Questo viaggio in Georgia era nato come un blog tour ufficiale, organizzato con il supporto degli enti del turismo locali conosciuti durante il WTM di Londra. Tutto sembrava pronto, finché i contatti non si sono letteralmente dissolti: email che tornavano indietro e persone sparite nel nulla. Un contrattempo che avrebbe potuto farci desistere, ma che abbiamo scelto di trasformare in un’occasione. Così è iniziata la nostra avventura on the road, senza collaborazioni ufficiali, ma con tanta voglia di scoprire un Paese affascinante, tra storia sovietica, città termali e paesaggi spettacolari. E diciamolo subito: le difficoltà di comunicazione con gli uffici del turismo sono state solo l’anticipo dell’approssimazione con cui avremmo fatto presto conoscenza in Georgia!
Perché abbiamo deciso di visitare la Georgia
La Georgia è una destinazione ancora poco battuta dal turismo europeo, ma in rapida crescita. L’apertura di una nuova rotta diretta da Milano Malpensa a Tbilisi con EasyJet, unita all’incontro con gli Enti del Turismo georgiani durante il WTM di Londra, ci ha spinto a volerla esplorare di persona.
Amatissima dai viaggiatori dei Paesi dell’ex Unione Sovietica, la Georgia si sta aprendo solo ora a un pubblico internazionale, pur con tutte le difficoltà del caso. Le infrastrutture sono ancora da sviluppare: esiste una sola autostrada, ancora in costruzione, e molte strade interne rendono i viaggi lunghi e poco agevoli. Nonostante questo, la Georgia ci ha accolti con un’ospitalità genuina e una cucina sorprendente che, da sola, vale il viaggio!

Le protagoniste del road trip in Georgia: Paola e Marina
Il viaggio in Georgia è stato un’avventura unica, vissuta da due delle nostre Travel Blogger Italiane, amiche di lunga data e compagne di tante altre esperienze on the road:
- Io sono Paola, fondatrice della community Travel Blogger Italiane e autrice di Pasta Pizza Scones, un blog che unisce viaggi e avventure gastronomiche in giro per il mondo. Amo visitare le città, meglio se piene di grattacieli, e ormai sono diventata la guidatrice designata di ogni viaggio on the road.
- La mia compagna di viaggio Marina, fondatrice di The Travelling Petsitter, è invece appassionata di natura e trekking, e solitamente scopre nuove destinazioni facendo pet sitting. Ma questa volta si è convertita agli hotel quattro stelle con piscina, godendosi un po’ di meritato relax.
Il nostro itinerario on the road in Georgia
Il nostro itinerario on the road in Georgia ci ha portato a scoprire un Paese dove le infrastrutture sono ancora in fase di costruzione e l’unica autostrada disponibile sembra spesso un cantiere aperto. Le indicazioni stradali erano spesso imprecise, le mucche attraversavano le strade come in India, e abbiamo dovuto improvvisare più volte dove andare, ma è proprio in queste situazioni che la Georgia ci ha regalato incontri autentici e sorprendenti.
Tra paesaggi mozzafiato, una cucina eccellente e un’accoglienza calorosa, abbiamo vissuto un viaggio fatto di piccoli imprevisti e grandi emozioni, che ci ha permesso di scoprire la vera essenza di questo territorio ancora poco conosciuto dal turismo europeo. Qui di seguito puoi leggere le nostre tappe e i nostri incontri, giorno per giorno, esattamente come li abbiamo vissuti noi.

Giorno 1 – Tbilisi, Gori e Kutaisi
Siamo arrivate a Tbilisi con un volo nel primo pomeriggio e abbiamo ritirato quasi subito l’auto a noleggio, una Nissan Versa prenotata tramite Discover Cars. È stato subito chiaro che guidare in Georgia sarebbe stata un’avventura. Nonostante il pagamento anticipato e l’assicurazione completa, Eric, il dipendente dell’autonoleggio, ci ha accolto in un parcheggio e ha avuto difficoltà ad accettare la carta di credito come garanzia. Eravamo ancora ignare dello stile di guida georgiano, ma lo abbiamo scoperto presto.
Siamo partite direttamente dall’aeroporto in direzione di Gori, a circa 85 km, che abbiamo raggiunto in un’ora e mezza. Abbiamo visitato il Museo di Stalin, un complesso imponente e celebrativo che racconta la vita del dittatore dai primi anni di scuola fino alla morte. Le didascalie erano poche, principalmente in georgiano con qualche traduzione in inglese.

Le ultime due sale, separate dall’esposizione principale e sistemate in un corridoio che sembrava portare ai bagni, sembravano un’aggiunta di facciata e ospitavano una piccolissima menzione delle repressioni politiche. All’esterno abbiamo visto la sua casa natale in legno, inglobata in un altro edificio monumentale, e siamo entrate nel vagone ferroviario privato con cui Stalin viaggiava, decisamente più modesto rispetto a quello di altri dittatori o governanti.
Da Gori siamo ripartite verso Kutaisi, distante 150 km, e abbiamo raggiunto Tskaltubo in circa due ore e mezza. Qui ci ha accolto lo splendido Tskaltubo Epic Hotel and Spa, uno dei partner del nostro viaggio, dove ci siamo rilassate in piscina e sauna e abbiamo assaggiato le prime specialità della cucina georgiana al ristorante dell’hotel.

Indirizzi da salvare
Museo di Stalin
32 Stalin Avenue Stalin Park, Gori 1400
Tskaltubo Epic Hotel and Spa
Village Kvilishori, Tskaltubo 5420
Giorno 2 – Tskaltubo, Grotte di Prometeo, Monastero di Gelati e Kutaisi
Il secondo giorno abbiamo dedicato la giornata a esplorare la zona intorno a Tskaltubo. Siamo partite dalle Grotte di Prometeo, una delle principali attrazioni naturali della zona, con una visita guidata di circa tre ore. Abbiamo scelto il biglietto che includeva anche un suggestivo giro in barca su un fiume sotterraneo.
Raggiungere le Grotte di Prometeo è stata la prima avventura: senza contanti per il parcheggio e con la barriera della lingua, siamo tornate a parcheggiare in hotel e abbiamo fatto autostop per raggiungere l’ingresso, caricate da una scolaresca. In barca abbiamo invece fatto amicizia con una coppia bielorussa che ci ha fatto venire voglia di visitare anche il loro Paese.

Nel pomeriggio ci siamo dirette verso il Monastero di Gelati, nonostante le poche e confuse indicazioni per arrivarci e il dubbio se fosse aperto o no. Il monastero, dichiarato Patrimonio UNESCO, era in pieno restauro. Seguendo i cartelli, ci siamo incastrate in una viuzza di montagna bloccata da un muro da cui siamo riuscite a liberarci solo scendendo in retromarcia.
Una volta raggiunto il monastero, abbiamo scoperto che l’ingresso era gratuito, con apertura limitata al weekend. Per fortuna era domenica! Più che un sito religioso, sembrava un cantiere, con ponteggi ovunque. Tuttavia, una fedele locale ci ha raccontato che le chiese sono dedicate a San Giorgio, San Nicola e Maria, e che la vigna sulla collina è stata piantata dal re David in persona, motivo per cui il posto emana un’energia positiva.
Incredibilmente, il luogo ci ha trasmesso un’energia particolare, nonostante i lavori e la fatica per arrivarci. Per questo motivo, prima di andare via, abbiamo acceso candele in una delle chiese, esprimendo i nostri desideri più profondi. Durante la discesa abbiamo dato un passaggio a due coreani sprovveduti sotto il sole senza auto, che è sempre good karma.

Rientrate a Kutaisi, abbiamo passeggiato per la città vecchia e visitato la Cattedrale di Bagrati. L’ingresso era libero, ma una signora all’entrata ci ha invitato con insistenza a lasciare un’offerta. Decisamente un’altra esperienza rispetto al Monastero di Gelati!
Il cibo georgiano ci ha conquistate, quindi abbiamo cenato al Gala Restaurant, dove abbiamo assistito a un fantastico cooking show su come si preparano i khinkali, i tradizionali ravioli georgiani ripieni di brodo, prima di tornare al Tskaltubo Epic Hotel and Spa per un’ultima nuotata in piscina prima di dormire.
Indirizzi da salvare
Monastero di Gelati
Irodion Evdoshvilis Kucha 46, Kutaisi, Imereti
Cattedrale di Bragati
Bagrat Is Kucha 29, Kutaisi, Imereti
Ristorante Gala
29 Zakharia Phaliashvili, Kutaisi 4600
Giorno 3 – Tskaltubo e Batumi
Prima di lasciare Tskaltubo, abbiamo visitato alcuni dei suoi famosi sanatori abbandonati. Abbiamo iniziato dal sanatorio Imereti, il più spettacolare: le guardie all’ingresso, super organizzate, si improvvisano guide in cambio di una piccola mancia. L’esperienza è stata tanto affascinante quanto surreale.

Il sanatorio Metallurgist, invece, celebre per il suo lampadario di cristallo, è oggi abitato da profughi che ci hanno accolto con diffidenza, chiedendoci soldi per entrare. Inoltre, non era possibile visitare gli interni perché le stanze erano occupate. L’esperienza qui non ci ha convinte, così abbiamo proseguito il viaggio verso Batumi, sulla costa del Mar Nero.
Abbiamo percorso i 150 km in circa tre ore. Arrivate a destinazione, ci siamo sistemate al New Wave Hotel per la notte, che però ci ha deluse su tutti i fronti nonostante le quattro stelle. La serata l’abbiamo trascorsa passeggiando tra il lungomare e le vie del centro, godendoci un momento di libertà.
Volevamo visitare Batumi dopo l’incontro con gli enti del turismo alla fiera WTM di Londra, quegli stessi referenti che però, come abbiamo scoperto, avevano le email inattive. La città di Batumi non è stata all’altezza delle aspettative: la città vecchia era molto carina, ma nel complesso Batumi ci è sembrata la Dubai di 15 anni fa, ancora tutta in costruzione e senza una direzione chiara.

Giorno 4 – Batumi: Piazza Europa, città vecchia e lungomare
Abbiamo dedicato il nostro quarto giorno di viaggio alla scoperta di Batumi. La giornata è iniziata con una passeggiata lungo il Batumi Boulevard, una lunga passeggiata sul mare che si snoda per chilometri tra giardini curati, sculture moderne e fontane danzanti.
La miriade di grattacieli, alcuni ancora in costruzione, insieme al mare, rendono Batumi un luogo molto diverso dal resto della Georgia. Lo stile ricorda quello di Dubai ai tempi dell’inizio del boom edilizio, ma con un tocco di atmosfere turche, data la vicinanza del confine con la Turchia a pochi chilometri.

Per cercare un’autenticità diversa, ci siamo addentrate in Piazza Europa e nei vicoli della città vecchia, dove l’architettura elegante e le facciate color pastello raccontano un passato distinto e raffinato, tra edifici storici e caffè dall’atmosfera rilassata, con qualche incursione in un passato sovietico di condomini dallo stile essenziale.
La serata si è conclusa con la cena nel ristorante migliore di tutto il nostro viaggio, Tavaduri, dove abbiamo gustato dei khinkali giganti. Alcuni ci sono stati gentilmente offerti dai nostri vicini di tavolo georgiani, che ci hanno anche insegnato il modo corretto per mangiarli con le mani. La cameriera, molto gentile, ci ha invece spiegato i dolci tipici, e consigliato una squisita torta al miele.

Indirizzi da salvare
Tavaduri
Ulitsa Lermontova 36/38, Batumi 6000-6010
Giorno 5 – Da Batumi a Tbilisi: Uplistsikhe e Mtskheta
In origine avevamo pensato di spingerci fino a Vardzia, ma le cinque ore di guida su strade di montagna spesso dissestate ci hanno convinte a cambiare programma. In Georgia, infatti, l’unica vera autostrada è ancora in costruzione e collega, a tratti, solo Tbilisi e Batumi. Così abbiamo deciso di ripercorrere la stessa strada dell’andata, fermandoci in alcune tappe interessanti lungo il percorso.
La prima tappa è stata Uplistsikhe, una spettacolare città rupestre scolpita nella roccia. Inserendo Uplistsikhe come destinazione sulla mappa, si esce da uno svincolo autostradale in sterrato, per inoltrarsi in strade di campagna deserte, spesso attraversate da mucche. Nonostante il tragitto pittoresco per arrivarci, visitare questa città nella roccia, un tempo sede di templi pagani, è stata un’esperienza unica. Ti consiglio di farlo con una guida, come abbiamo fatto noi, per cogliere tutti i dettagli storici e culturali.

Durante il viaggio abbiamo fatto salire un autostoppista polacco che stava facendo volontariato in Georgia; con entusiasmo ci ha raccontato la sua esperienza prima di scendere a Gori. Poi abbiamo proseguito verso Mtskheta, antica capitale religiosa che i georgiani chiamano con affetto il “Vaticano della Georgia”. Qui abbiamo visitato alcuni dei suoi suggestivi santuari ortodossi: la Cattedrale Svetitskhoveli e il Convento Samtavro, quest’ultimo gestito da monache molto gentili. Anche se l’atmosfera è piuttosto turistica, con carrozze, pony e cavalli che girano tra i visitatori nella piazza principale di Mtskheta, il luogo conserva un fascino speciale.
Infine, arrivando a Tbilisi, ci siamo scontrate con il traffico caotico del tardo pomeriggio, ma per un colpo di fortuna abbiamo trovato parcheggio vicino al nostro hotel, il Sota Metekhi Hotel, a pochi passi dal fiume Kura.
Indirizzi da salvare
Sota Metekhi Hotel
32 Viktor Jorbenadze St, Tbilisi 0103

Giorno 6 – Tbilisi: Fortezza di Narikala, città vecchia e bagni sulfurei
La mattina abbiamo preso la funivia con l’intenzione di raggiungere la Fortezza di Narikala, ma purtroppo l’abbiamo trovata chiusa, senza alcuna segnalazione. In Georgia, come avrai capito, la gestione turistica non è sempre precisa, e anche qui le informazioni aggiornate erano davvero scarse. Disperate di trovare il Giardino Botanico, anch’essi poco segnalati, abbiamo fatto amicizia con un gruppo di viaggiatori kazaki che ci ha invitato calorosamente a visitare il loro Paese, anche se all’inizio abbiamo confuso in modo imbarazzante le repubbliche dell’ex URSS.
Scendendo a piedi lungo i sentieri panoramici della collina, abbiamo scoperto quasi per caso una piccola chiesa ortodossa dedicata a Betlemme, con annessa colonia felina. Qui ci siamo fermate con immenso piacere a coccolare un gattino di pochi mesi. Se in tutta la Georgia si incontrano tanti cani randagi, affettuosi e curati dalla popolazione locale, Tbilisi è la città dei gatti: ne troverai uno da accarezzare ad ogni angolo. Siamo quindi rientrate nella città vecchia, perdendoci tra vicoli stretti e balconi in legno finemente decorati, prima di rifugiarci nella piscina dell’hotel per sfuggire alla calura estiva.

Nel tardo pomeriggio ci siamo concesse un’esperienza tipica della capitale: un’ora nei bagni sulfurei del quartiere Abanotubani. Le acque calde e minerali sono perfette per rilassare corpo e mente. Purtroppo, questa attività si sta trasformando sempre più in un’attrazione turistica con poco a che vedere con i locali, ma abbiamo scelto i Bagni n.5, ancora frequentati da residenti, e l’esperienza si è rivelata unica e rigenerante.

Indirizzi da salvare
Sulphur Bathhouse №5
4 Mirza Fatali Akhudovi, Tbilisi
Giorno 7 – Tbilisi: Museo Etnografico e mercati
Al mattino ci siamo messe in macchina per raggiungere il Museo Etnografico all’aperto di Tbilisi, che sulla carta avrebbe dovuto trovarsi a pochi minuti dal centro. In realtà, abbiamo impiegato più di un’ora a causa di strade chiuse, deviazioni e cartelli sbagliati. Stavolta almeno non abbiamo dovuto fare retromarcia su strade di montagna, ma ci siamo godute tutto il traffico intasato di Tbilisi, accompagnato dagli innumerevoli lavori in corso.
Il Museo Etnografico all’aperto Giorgi Chitaia di Tbilisi è costruito come un villaggio di montagna e raccoglie copie di abitazioni tradizionali provenienti dalle diverse regioni della Georgia, complete di utensili e arredi d’epoca. All’ingresso nessuno parlava inglese o altre lingue europee, cosa che ormai non ci ha più sorprese, per cui siamo riuscite a scoprire che le audioguide indicate sui cartelli in realtà non esistevano, solo grazie a una visitatrice georgiana che parlava inglese. Tuttavia, siamo rimaste piacevolmente sorprese nello scoprire che, all’interno di ogni casa, c’erano delle persone che parlavano bene l’inglese e fornivano informazioni dettagliate ai visitatori.

Nel pomeriggio siamo tornate in centro per esplorare il mercato di piazza Orbelyani, il mercato del Dry Bridge e il super turistico Meidan Bazar. La sera siamo rientrate al nostro hotel per l’ultima notte a Tbilisi, già cariche di nostalgia per la Georgia che avremmo dovuto lasciare a breve, ma felici delle tante scoperte e degli incontri fatti lungo la strada.

Giorno 8 – Rientro in Italia
Il giorno della partenza abbiamo indugiato in hotel con un’abbondante colazione prima di dirigerci in aeroporto con largo anticipo, memori del traffico assurdo di Tbilisi. Ma anche questa volta la Georgia è riuscita a stupirci, con una strada a scorrimento veloce che ci ha portato in mezz’ora all’aeroporto.
Qui, riconsegnando l’auto a un collega di Eric, abbiamo scoperto di aver preso una multa in città per esserci infilate in una corsia sbagliata, complice una segnaletica verticale quasi inesistente e una orizzontale scolorita. Con nostro immenso terrore ci siamo preparate al peggio, ma l’importo della multa per un’infrazione del genere era di soli 6 euro, con l’ovvio disagio di non poter pagare né con carta né online. Così abbiamo dovuto cambiare contanti in aeroporto e consegnarli al collega di Eric, che finalmente ci ha lasciate andare.
Abbiamo poi pranzato con il peggior hamburger di sempre da Wendy’s, una catena di fast food che pare popolarissima in Georgia. Pur offrendo Beyond Meat, ma sono riusciti a rendere la carne vegana disgustosa, accompagnata da un ketchup dal sapore di roba scaduta trovata nella dispensa della nonna. Infine ci siamo imbarcate sul volo che ci ha riportate a Milano Malpensa, con la testa ancora piena di paesaggi montani, profumi speziati e ricordi georgiani.

I partner del nostro road trip in Georgia: Tskaltubo Epic Hotel and Spa e Holafly
Pur essendo saltati i contatti con gli Enti del Turismo ufficiali, durante questo viaggio abbiamo potuto contare sul supporto di due realtà fantastiche, una locale e l’altra internazionale.
- Tskaltubo Epic Hotel and Spa: Se hai in programma di visitare Tskaltubo, la celebre città termale della Georgia, ti consigliamo il Tskaltubo Epic Hotel and Spa. Qui troverai camere moderne, una spa attrezzata e una piscina termale perfetta per rilassarti dopo una giornata di esplorazioni. Un vero angolo di benessere nel cuore della regione.
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Per concludere, questo viaggio in Georgia ci ha regalato paesaggi indimenticabili, incontri sorprendenti e tante storie da raccontare. Se anche tu hai visitato questo affascinante Paese o stai pensando di farlo, raccontaci la tua esperienza o chiedici consigli nei commenti qui sotto: sarà un piacere confrontarci!
1 commento
Un itinerario interessante che tocca molti aspetti differenti di questo Paese.