Il travel blog di Alessia, Where are Ale&Vale ti piacerà moltissimo perché è un diario di viaggio in coppia e in famiglia atipico, con tanti contenuti e pochi selfie in posa. Alessia e suo marito Valerio infatti raccontano con sincerità le loro esperienze, con lo sguardo di chi ha sempre voglia di imparare e non si considera ancora un viaggiatore esperto, nonostante un “curriculum travel” di tutto rispetto. In questa intervista Alessia ci racconta il loro modo di viaggiare, da Roma alla scoperta del mondo ♥︎
Con chi viaggi di solito?
Ho cominciato a viaggiare sul serio da quando più di venti anni fa ho conosciuto Valerio, diventato poi mio marito nel 2016. Prima di allora parlavo di “vacanza”, mi bastava la settimana al mare ad agosto, non avevo ancora sviluppato la cultura del viaggio intesa come scoperta ed esplorazione. Nel mio blog Where Are Ale & Vale? parlo principalmente dei nostri viaggi insieme, quelli del passato che facevamo in coppia e quelli del presente, intesi come viaggi di famiglia con i nostri due bambini, Samuele del 2015 e Bianca, appena nata. Non ci dispiacciono i viaggi con gli amici. Sono solo più difficili da organizzare.
Qual è il tuo stile di viaggio?
Adoriamo i viaggi itineranti in macchina, per noi sono l’idea che più si avvicina al concetto di libertà, una formula ideale dove siamo noi a stabilire gli orari, i ritmi, le pause. I nostri viaggi sono sempre stati del tipo “zaino in spalla”, pratici nell’abbigliamento, scarpe comode. Nei nostri viaggi privilegiamo sempre le lunghe camminate, nelle grandi città come nei piccoli borghi, meglio ancora se in mezzo alla natura e a contatto con gli animali.
Cosa non può mancare nel tuo bagaglio?
Sono un’appassionata di fotografia, nel blog cerco sempre di inserire con cura le immagini da mostrare, quelle che possano aiutare a parlare meglio di un luogo. Ho fatto un corso per imparare a usare la reflex, una Nikon D3200 che mi regalarono tempo fa, e la uso sempre, anche quando vado a spasso per Roma, la mia città, a fare la turista. Nel mio bagaglio, quindi, non potrebbe mai mancare la macchina fotografica.
Essendo miope non potrei dimenticare a casa gli occhiali, compresi quelli da sole graduati, una manna per chi, come me, non vuole più essere schiava delle lenti a contatto. Oltre alle cose pratiche, da mangiatrice seriale di liquirizia, nel mio bagaglio non potrebbe mancare almeno un astuccio di granelli profumati da sgranocchiare all’occorrenza. Ne sono ghiotta, ma devono essere di liquirizia purissima.
Qual è la destinazione dei tuoi sogni?
Ce se ne sarebbero talmente tante che non basterebbe un paragrafo! Da sempre sono attratta dal mondo sudamericano, per me un lungo viaggio in Argentina e in Patagonia rappresenterebbe il coronamento di un sogno oltre ad essere una tappa clou nel passaporto, se vogliamo il curriculum, di ogni viaggiatore che si rispetti.
Sono innamorata dell’Oriente perché ogni volta regala una totale immersione in una cultura molto distante dalla mia, per lingua, costumi, cucina. Mi piacerebbe tornare in Cina per esplorarla nelle province più remote e meno conosciute, perdermi nei mercati caotici e in quelle megalopoli dove il futuro sembra essere già arrivato. Sogno un viaggio in treno iconico come la Transiberiana, l’Orient Express o il Trenino Rosso del Bernina, un safari in Africa, una crociera ai fiordi, magari intercettando l’aurora boreale.
Cosa hai imparato dai tuoi viaggi?
I viaggi che ho fatto mi hanno insegnato a cavarmela in ogni situazione, ad affrontare il contrattempo, il disguido, l’imprevedibile. Mi hanno resa più aperta nell’accogliere novità e diversità, ad adattarmi a dormire dove capita, mangiare quello che c’è, usare le toilette che trovi, quando e se le trovi.
Viaggiare negli anni mi ha portato ad approfondire, a saperne di più su un luogo, una città, la sua storia, il suo passato. Quando organizzo un viaggio vado subito alla ricerca di una guida che consulto con emozione e frenesia, poi seguono letture a tema e, se ce ne sono, film.
La cosa che più mi rende orgogliosa è l’aver iniziato mio figlio alla cultura del viaggio da piccolissimo (il suo battesimo del volo a soli sette mesi di vita) perché credo che coltivare la curiosità e abituare i bambini alla cultura della tolleranza sia il regalo più bello che un genitore possa fare.
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