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Mura di Montagnana

Montagnana, la città fortificata

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La nostra bella Italia ha tanto da offrire, si sa, tra le infinite risorse del nostro paese spicca Montagnana che con i suoi quasi due chilometri di mura si piazza ai primissimi posti tra le città fortificate meglio conservate d’Europa.
Montagnana è immersa nella campagna veneta ai piedi dei colli Euganei, a circa cinquanta chilometri di distanza da Padova, Verona, Mantova e a circa cento chilometri da Venezia. Da questa collocazione si inizia a capire perché un piccolo borgo ha investito in una fortificazione così imponente.

Le mura di Montagnana

Le mura di Montagnana hanno origine intorno al X secolo, nascono dall’esigenza del borgo, situato in un importante crocevia e conteso dalle potenze circostanti, di proteggersi o farsi proteggere dal dominante del periodo. Le mura che si vedono ora sono per lo più di origine medievale, nel 1300 i Carraresi, signori di Padova, decisero infatti di investire risorse per proteggere l’avamposto dagli attacchi degli Scaligeri di Verona, migliorando la struttura difensiva preesistente.

Si arriva così ad avere due chilometri di mura con altezza variabile tra i sei e gli otto metri, intervallate ogni sessanta da una torre. Le mura terminano con ornamenti di tipo guelfo e presentano alternate feritoie più alte o più basse per consentire la difesa con balestre e archi; nella parte interna infatti, all’altezza degli smerli era presente un camminamento che consentiva di compiere l’intero perimetro della città e, per garantire la sicurezza dei soldati, tra uno smerlo e l’altro venivano posti dei ripari in legno.

Ad ulteriore protezione la città era contornata da un fossato allagato dotato di due possibili accessi: porta Padova e l’opposta porta Legnago. In epoca successiva sono state aggiunte altre due porte.

Le Porte di accesso al borgo fortificato

Per difendere un borgo fortificato è necessario prevedere degli accessi che consentano i movimenti, ma allo stesso tempo garantiscano l’inespugnabilità. La cinta muraria di Montagnana fino al 1360 ha avuto una sola porta di accesso; dopo tale data le porte sono diventate due, una in direzione Padova, da cui prende il nome, l’altra in direzione Verona, porta Legnago.

Porta Padova è stata protetta da Castel San Zeno e dal Mastio di Ezzelino mentre porta Legnago è stata protetta dalla Rocca degli Alberi. Il sistema difensivo prevedeva la presenza di ponti levatoi, facilmente movimentabili dall’interno, da saracinesche a chiusura dei varchi e ulteriori porte, con tanto di cardini montati al contrario del normale per impedire il sollevamento delle porte.

Castel San Zeno è il nucleo più antico della città, ha una pianta semplice, rettangolare, con un cortile interno protetto da due torri oltre che dal Mastio di Ezzelino. Non assomiglia ai castelli delle favole, non avendo mai avuto scopo di rappresentanza; il suo è sempre stato un uso pratico, ospitando d’inverno le truppe militari, mentre in epoca di dominio veneziano il cortile veniva utilizzato per stoccare le canape coltivate nelle campagne e utilizzate per fabbricare corde per le navi.

La rocca degli Alberi, realizzata tra il 1360 e il 1362 per volontà di Francesco il Vecchio da Carrara, il suo ruolo difensivo lo svolgeva tramite un complesso sistema di ponti levatoi essendo circondata da acqua sia internamente che esternamente. La rocca è composta da tre edifici: l’androne, ovvero un corridoio fortificato sbarrabile ai due estremi, il mastio ovvero la torre più alta, e il torrione, una torre più bassa ma massiccia priva di aperture fino al terzo piano per consentire lo stoccaggio.

Negli anni sessanta e fino a pochi anni fa la rocca degli Alberi ha ospitato un suggestivo ostello, ora trasferito fuori dalle mura. Castel San Zeno ospita invece l’Ufficio  Turistico, il Centro di Studi sui Castelli, l’Archivio Storico Comunale e il Museo Civico A.Giacomelli.

Mura di Montagnata, foto Alberto Sandrin
Mura di Montagnata, foto Alberto Sandrin

La città di Montagnana dentro le mura

La città che sorge protetta dalle mura ha un fascino tutto suo, ha molti tratti di portici, case e palazzi che risalgono per lo più al periodo rinascimentale, alcune di semplice fattura altre più ricche come Palazzo Sammicheli, dal nome del suo progettista e che ora ospita il municipio, e Palazzo Magnavin-Foratti che fu residenza di Giacoma da Leonessa moglie del condottiero detto il Gattamelata.

La cosa inaspettata di un borgo fortificato è la presenza di una ampia piazza, Piazza Vittorio Emanuele oltre ad ospitare la statua del Re d’Italia ospita anche il duomo. Posto in una singolare posizione inclinata e realizzato tra il 1432 e il 1502, i lavori si sono protratti a lungo a casa di problemi strutturali ed economici dovuti a carestie.

Al proprio interno, il Duomo, custodisce parecchie opere tra cui vale la pena citare: la pala del Veronese, rappresentante la Trasfigurazione, l’affresco dell’abside intitolato l’Assunzione di Maria, opera del Buonconsiglio detto il Marescalco e i due affreschi attribuiti al Giorgione. Anche la facciata principale della chiesa ha una caratteristica singolare, è infatti una meridiana: le due sfere in pietra poste sopra alla porta di ingresso a mezzogiorno sono l’unica parte illuminata dal sole mentre il resto è in ombra.

Un’altra caratteristica interessante riguarda le mura perimetrali, all’interno sono infatti visibili dei grandi archi il cui scopo non è esclusivamente strutturale e di sostegno: nello spessore del muro venivano infatti sistemati dei ripiani e piazzate delle grandi paratie in legno in modo da custodire cibo e derrate per consentire la sopravvivenza della popolazione in caso di assedio.

Montagnana non è solo mura

Montagnana ha altro da offrire oltre alle proprie mura, per esempio il Prosciutto Crudo Berico Euganeo tipico di questa parte del Veneto e appena fuori dalle mura è possibile compiere la visita guidata ad un prosciuttificio dove spiegano le varie fasi della lavorazione. Per assaggiarlo e consumarlo in loco, la gastronomia Zanini ha inventato un cornetto da passeggio di crudo e formaggio unico nel suo genere, oppure lo si può gustare nei vari locali presenti all’interno delle mura che amano proporlo in modi diversi.

Chi predilige il dolce può optare per il Pandolce di Ezzelino nato sulla scorta di una leggenda che ne riporta la creazione all’inventiva di una popolana che, per ridare forza a Ezzelino da Romano, ferito durante lo storico incendio di Montagnana,  creò un pane arricchito di miele e frutta secca la cui ricetta è stata rielaborata dalla pasticceria Cuccato.

Insomma Montagnana è una chicca della nostra bella Italia, meta perfetta per una gita domenicale, un fine settimana diverso o una giornata di fuga dal mare durante le vacanze sulla costa.

Per avere informazioni su Montagnana è possibile consultare il sito Visit Montagnana mentre una guida da cui farsi condurre per la città la si trova all’associazione Montagna Murabilia. Queste due associazioni organizzano anche giornate interessanti che possono fornire la scusa necessaria a raggiungere Montagnana, come il neonato festival del vino o il palio dei dieci comuni.

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4 commenti

Katja 28/07/2019 - 13:55

Ci sono stata lo scorso mese per puro caso e mi è piaciuta molto! Ho partecipato ad una sagra ma non ho avuto tempo di fare il giro delle mura (era anche troppo caldo per farlo): chissà, magari è una buona scusa per ritornarci!

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Helene 17/04/2020 - 19:48

Dopo aver visitato Cittadella mi ero ripromessa quanto prima di vedere anche Montagnana; una volta tornati alla normalità sarà l’occasione per scoprire i gioielli italiani

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Giovanna 05/06/2020 - 23:47

Passeggiare per Montagnana, tra le sue mura e la bella piazza è la scusa ideale per poi sedersi ad assaporare il famoso prosciutto crudo di una dolcezza unica.

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teresa 30/06/2020 - 10:18

Quanti ricordi! Ci sono stata varie volte in gita scolastica con i miei alunni e mi ricordo che era piaciuta tanto sia a me che a loro!

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