Conosco Giulia personalmente, non così tanto a fondo, ma abbastanza per dirvi che è una grandissima viaggiatrice, persona splendida e di grande compagnia, abbiamo un paio di comuni denominatori, infatti anche lei fa una vita da espatriata e ama alla follia viaggiare in solitaria!
Lei si racconta così:
Viaggio con due punti vista: quello nitido e a 10 diottrie e quello sfocato e ribelle che sopraggiunge puntualmente quando mi tolgo gli occhiali. La cosa bella è che ancora non ho deciso quale mi piace di più.
Che tipo di viaggiatore sei? Zaino o valigia?
Io sono senza dubbio una viaggiatrice zaino in spalla. Ormai l’ho persino sostituito alle borse nella vita quotidiana. Cerco di spostarmi in modo leggero, portando il minimo indispensabile e tanto sapone di Marsiglia per lavare i panni. Normalmente viaggio con uno zaino da 30 litri dove bene o male riesco a incastrare tutto, ma ho anche un 50 litri per i viaggi più lunghi e impegnativi.
Cosa non può mancare nel tuo bagaglio (una sola cosa)?
Se proprio dovessi scegliere, direi il mio fido Kindle. Non faccio neanche tre fermate di metropolitana senza infilare il naso in un libro, per questo un lettore digitale è la scelta migliore che potessi fare. Non potrei mai separarmene.
Un’altra cosa a cui non potrei mai rinunciare sono i miei occhiali da sole graduati. Sono miope e non vedo nulla senza i miei preziosi strumenti ottici. Li indosso sempre, purtroppo anche la minima luce mi dà fastidio. Non a caso, il mio blog si chiama Viaggiare con gli occhiali. Li ho praticamente nell’80% delle foto che pubblico e ormai penso che alcune persone mi conoscano solo con le lenti scure. Ovviamente ho anche gli indispensabili occhiali da vista, ma quelli da sole rimangono i miei preferiti.
Il viaggio che ancora non hai fatto ma che vuoi fare assolutamente?
Argentina da nord a sud rigorosamente con i mezzi pubblici. L’enorme paese sudamericano è il mio sogno da sempre. Purtroppo non riesco mai a rientrarci con il budget, sia per il volo sia per la vita in loco, ma sto pian piano mettendo da parte un gruzzoletto da spendere tutto in empanadas e Malbec!
In Europa mi piacerebbe vedere la festa dei gitani a Saint Marie de la Mer, ma cade sempre in periodo molto impegnativo per me. Magari l’anno prossimo sarà la volta buona!
Dove hai mangiato meglio e peggio nel mondo?
L’Italia per me è sempre al primo posto perché amo i sapori semplici e mediterranei, ma nei miei viaggi mi sono innamorata della cucina georgiana. Sono stata due volte in Georgia e non vi nego che uno dei motivi che mi ha spinto a tornare è stato proprio il cibo. Come noi, mangiano molti carboidrati ma sotto forma di khachapuri, una sorta di pane lievitato ripieno di un formaggio acidulo locale e uova. Oltre a questa meraviglia, in cucina si usano anche molte melanzane, pomodori, coriandolo, noci e frutta secca. Non a caso, uno dei dolci più famoso viene chiamato churchkhela ed è composta da noci infilate in un filo, imbevute in un succo d’uva denso e lasciate essiccare al sole.
Un altro posto dove ho mangiato benissimo è il Giappone, sebbene sia completamente diverso dalla Georgia. Amo gli udon noodles nel ramen, potrei mangiarli quasi ogni giorno. Idem per il tè verde matcha e per i gommosi mochi, mi fanno impazzire!
Non saprei dire un posto preciso dove ho sofferto dal punto di vista culinario. Diciamo che non impazzisco per la cucina del Centro Europa nonostante viva in Ungheria. Anche in Russia non ricordo banchetti luculliani. Un altro posto dove ho avuto difficoltà iniziali con il cibo è stato il Cile. A Santiago e nel deserto di Atacama ho mangiato davvero male, fortunatamente appena sono scesa a sud mi sono nutrita praticamente solo di pesce ed empanadas.
Qual è il viaggio che, nel bene o nel male ti ha insegnato di più?
Ogni viaggio mi ha dato una piccola lezione, ma ne ho alcuni che mi hanno particolarmente segnata. La Thailandia perché si può essere anche in un paradiso terrestre, ma se non si è felici dentro ci sembrerà di stare all’inferno.
I Balcani, tutti senza esclusione, perché li ho girati in lungo e largo da sola e mi fanno sempre sentire a casa. Sono stati un po’ il mio test di prova per imparare a muovermi in solitaria. La Georgia perché ha dato alla parola “ospitalità” tutto un altro significato. In positivo, ovviamente.
➜ Puoi leggere i post scritti da Giulia per le Travel Blogger Italiane dalla sua pagina autore oppure scoprire tutti i suoi viaggi dal suo travel blog personale Viaggiare con gli occhiali.
2 commenti
Grazie mille per l’intervista, mi sono divertita tanto a rispondere alla domande. Abbiamo tante cose in comune e spero in futuro di vederci nuovamente!
Quanti bei viaggi, Giulia!
Ps: confermo per quanto riguarda la cucina georgiana e soprattutto gli occhiali da vista graduati: quando li scopri non te ne vuoi più separare ?