Hanoi, caotica capitale del Vietnam. Prima di organizzare un viaggio in Vietnam, Hanoi è poco più di un esotico nome che richiama un paese lontanissimo. Una volta a arrivati, conquista senza remore. Appena fuori dall’aeroporto, l’afa asiatica avvolge il corpo e riempie le narici come in un grande hammam all’aperto. Con le ginocchia ancora traballanti dopo tante ore di volo, inizia una nuova scoperta.
Lasciarsi travolgere dal Quartiere Vecchio, fra motorini e botteghe
Nei racconti dei viaggiatori incontrati lungo la strada, Hanoi è una di quelle metropoli che molti amano o odiano senza mezze misure. È una città da otto milioni di abitanti e cinque milioni di motorini. I bip-bip intermittenti degli scooter pulsano come il battito cardiaco della città.
Hanoi stupisce e stordisce con il suo fermento, fra puzza di smog e padelle che sfrigolano a tutte le ore. Il primo giorno si cammina sulla strada quasi con timore, rasentando marciapiedi sovraffollati di bancarelle e merci in vendita, biciclette cariche di cappelli a cono, frutta, fiori. I turisti appena arrivati camminano in direzione del centro con un’andatura a zig-zag, cercando di tenere sotto controllo tutto ciò che si muove.
Nonostante la confusione, il Quartiere Vecchio di Hanoi (Phố cổ Hà Nội) seduce con la sua vivacità, un movimento continuo di persone e veicoli che si danno da fare ad ogni angolo della strada. Si compra, si vende, si cucina, si mercanteggia.
Le strade del centro storico prendono i nomi delle merci che tipicamente (e storicamente) si vendono lungo le vie. Così passeggiando lungo Lan Ong si sente aleggiare un odore di erbe medicinali e aromatiche. Ai lati della via Hang Bai, signore un po’ avanti con l’età rovistano fra ceste di bottoni colorati e mercerie, mentre in via Hang Bac si respira aria di incenso e sacralità fra vessilli religiosi e altari votivi.
La sera il traffico dirada leggermente e ci si rilassa seduti su microscopici gabelli in plastica che affollano i marciapiedi. Si ingolla avidamente una birra fresca aspettando piatti di riso o noodles saltati in pentoloni fumanti ai bordi della strada. Dopo le 23, per poche ore, la città si riposa e si prende una pausa.
Città di contrasti: dolce, ruvida, fritta
Visitando Hanoi sembra che i cinque sensi si amplifichino, come quelli di un gatto che per la prima volta entra in una nuova casa. Tutto stimola, odora, fa sobbalzare, confonde, assorda, delizia, addolcisce. Nella capitale del Vietnam non si riesce a viaggiare sottosoglia, lasciarsi andare e basta.
Le reti elettriche sono alveari aggrovigliati che ronzano isterici ai lati della strada. Le case-corridoio, alte e strettissime, si stringono una sull’altra lungo le vie creando un’architettura cittadina peculiare, prodotto di un’antica tassa immobiliare con cui si calcolavano le imposte in base alla larghezza delle facciate.
Ogni soglia e pian terreno diventa un negozio, un mercato, un bistrot in cui divorare street food di ogni tipo. Gli occhi dei visitatori europei si spalancano. Vedere con i propri occhi è un’altra cosa.
Le conversazioni si fanno frammentarie, interrotte da uno slalom fra montagne di ciabatte a bordo strada e dalla tachicardia del traffico. Attraversare la strada diventa una sfida e una volta imparato il trucco di camminare piano e in diagonale ci si sente più cosmopoliti.
Passeggiando senza meta, la pancia brontola risvegliata da panini straripanti, cipolla essiccata che decora piatti di riso con arachidi e salsa agrodolce, noodles fritti in padelle bisunte, frutta dai colori irreali. L’odore dell’olio bruciacchiato impregna i vestiti, il profumo dell’anguria rinfresca l’arsura. La visita al Tempio Ngoc Son, posato su un isolotto fra le acque tranquille del lago Hoàn Kiếm, calma i sensi per un attimo, invita chinare il capo con rispetto.
A nord del Quartiere Vecchio, a ovest del Fiume Rosso
Appena fuori dal cuore pulsante del centro, si inforca una bici per un giro a ovest di Hanoi, verso il Fiume Rosso. Il traffico cambia, la congestione di motorini si fluidifica.
Il Ponte Long Biên è percorso a ritmo serrato da treni, scooter, biciclette, pedoni. Ai due lati, la pista ciclabile guarda sul Fiume, mentre sotto il casco della bici si suda e ci si ripara dal sole battente. Vedere dall’interno questa architettura sferragliante incute un misto di soggezione e ammirazione. Al di sotto, il fiume scorre lento e fangoso. Le case accatastate una sull’altra si diradano a poco a poco. Dall’altra parte del ponte la metropoli si allontana lasciando posto ad un quartiere da villeggianti.
Si prosegue fra vie secondarie verso il Lago dell’Ovest (Hồ Tây), una zona benestante in cui le abitazioni si fanno grandi e lussuose, circondate da giardini. Il marciapiede finalmente libero costeggia il lago e offre spazi aperti a runner che sfidano il caldo e a coppie che passeggiano sotto le fronde degli alberi.
Una breve sosta con vista alla Pagoda di Tran Quoc e poi un caffè vietnamita per riprendere le forze, seduti all’ombra. Un odore dolciastro di acqua di fiume permea l’aria. Il caldo intontisce. Il venticello umido rinfresca la maglietta incollata alla schiena.
Le strade di periferia portano in mezzo ai campi di banani e agli orti di case isolate. Il traffico sembra un ricordo lontano. Si pedala in silenzio, mentre all’orizzonte ricompaiono i palazzi del centro, creando sfondo discordante.
La vita ai margini della città è una realtà rurale e povera, quella di chi vive in case galleggianti sul fiume o in minuscole abitazioni solitarie che guardano da lontano alla metropoli. Ma anche qui, come nel resto del Vietnam cittadino e non, tutti si danno da fare. Nessuno attende con le mani in grembo. Hanoi è così, brulicante e contraddittoria. Città di contrasti, irregolarità e calma improvvisa.
Un miscuglio disordinato e febbricitante. Non ha niente della calma delle risaie del nord; poco della poesia del centro di Hoi An. Hanoi è così: autentica, nel suo caos e nel suo disordine. Una città giovane e in crescita, che forse non sa ancora come dosare le sue forze. Potrete amarla visceralmente o detestarla, ma di sicuro non vi lascerà indifferenti.
13 commenti
Bellissimo, Elisa!! Io ho girato un pochino il Vietnam al centro e al sud, ma Hanoi rimane un gran rimpianto. Sono sicura che sarei di quelli che la amano.
Credo che le persone che visitano in Hanoi vadano via adorandola o odiandola. Io appartengo alla prima fazione: l’ho amata, il suo caos, i suoi odori, i motorini ovunque e la sua vivacità 🙂
Sono stata in Vietnam l’anno scorso ed è un paese che ho davvero amato.
Hanoi, secondo me, con il suo caos di motorini è davvero una città stupenda: come dici tu è una città di contraddizioni.
Il Quartiere Vecchio di Hanoi mi è piaciuto moltissimo perché ha permesso di ammirare spaccati di vita della popolazione.
Mi piacerebbe da impazzire visitare il quartiere vecchio, quella parte dell’Asia mi manca come meta di viaggio, speriamo di poter rimediare presto!
Ho un bellissimo ricordo di Hanoi, fatto di odori fortissimi e di gran caos. E mi ricordo i tentativi per imparare ad attraversare la strada. Meravigliosa città!
Le città asiatiche del sud est asiatico sono così tra traffico, caos , rumori e colori. Il bello è proprio questo secondo me
Il Vietnam è uno di quei pezzi di Asia che mi attira alla grande: per la storia, la cultura e per la cucina. Ho un’amica vietnamita e non vedo l’ora che mi porti qualcosa di tipico.
Hai descritto così bene la città che mi sembra di sentire i rumori, il caldo e l’odore di fritto! il Vietnam mi attira sempre di più.
Hanoi per me è stata una sorpresa; malgrado il caos e il traffico allucinante mi è piaciuta moltissimo. Confesso che ci tornerei davvero molto volentieri!
Non conosco il Vietnam anche se ne ho sentito parlare sempre molto bene da chi l’ha visitato. I contrasti che caratterizzano cittadine come Hanoi mi incuriosiscono sempre, mi piacerebbe passeggiare nel quartiere vecchio e curiosare nelle botteghe.
Non sono stata mai in Asia ma mi attira molto conoscere culture così diverse da noi, in primis il Vietnam!
Dopo aver visitato il Giappone, ne siamo rimasti così incantati che ci è nata una malsana voglia di Asia. Quindi vai di itinerari: tra Korea, Vietnam, Cina e chi più ne ha più ne metta. In più è sempre viva la voglia di un ritorno nella terra del sol levante. Sinceramente credo che Hanoi per noi sarebbe un enorme parco giochi, mi piacerebbe molto visitarla.
Hanoi la amo proprio, caotica e molto attiva di giorno, diventa super divertente al tramonto quando le sue strade sono invase dal profumo del Pho da venditori ambulanti