Come si apre una Partita IVA da travel blogger? Cosa comporta tutto ciò in termini economici? Dal punto di vista burocratico, invece, quali sono gli adempimenti da sbrigare? Ma soprattutto: a quanto ammontano le tasse per chi ha scelto una vita da freelance? Con questo articolo, proveremo a rispondere alle preoccupazioni e ai principali dubbi di un’aspirante travel blogger che, solo adesso, sta iniziando a “scontrarsi” con il fisco e le sue regole.
Perché aprire la Partita IVA da travel blogger
Mettersi in proprio e dar vita ad un nuovo business significa essere pronti, innanzitutto, ad aprire la Partita IVA e, in seguito, a provvedere al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali.
Dunque, è perfettamente naturale avere dei timori a riguardo, specie quando si è ancora in una fase di incertezza. Tuttavia, in questo caso, la legge italiana parla chiaro: se il blog genera profitto, a prescindere dal volume, l’attivazione della Partita IVA è da considerarsi obbligatoria.
Ricorda, inoltre, che in assenza della Partita IVA da travel blogger non è consentito alcun tipo di promozione o pubblicità, né online né con mezzi tradizionali. Di conseguenza, se stai puntando ad un reddito fisso o se vuoi ampliare e far crescere il tuo business, questo passaggio è davvero imprescindibile. Come procedere? Te lo spieghiamo noi.
Aprire Partita IVA come travel blogger
Prima di scendere nel dettaglio con la descrizione dei singoli passaggi che ti porteranno ad attivare la Partita IVA da travel blogger, è necessaria una premessa: la procedura, così come la spesa da affrontare, variano a seconda del modello di business associato al tuo blog.
Cosa significa? Prendiamo in esame due tipiche situazioni.
Elisa lavora su commissione, realizzando contenuti a tema travel per conto di terzi (ad esempio, guide per visitare città e luoghi turistici, recensioni di hotel e ristoranti, articoli per web magazine, ecc.).
Nicoletta, invece, dopo un periodo di attività da freelancer, ha deciso di aprire un blog tutto suo, dove pubblica regolarmente esperienze di viaggio, reportage, consigli su posti da vedere, curiosità, ecc..
In cosa differiscono Elisa e Nicoletta, in quanto a modello di business?
Gli incassi di Elisa derivano dalla creazione di contenuti “su richiesta”, mentre Nicoletta guadagna tramite il suo blog in vari modi: dalle visualizzazioni (o dai click) degli annunci e/o banner pubblicitari presenti all’interno del sito, sponsorizzando prodotti o, ancora, mediante le affiliazioni (vedi, ad esempio, il programma Amazon FBA).
Nel primo caso l’inquadramento è da libero professionista, motivo per cui è possibile aprire Partita IVA come travel blogger in maniera:
1) Digitale, in quanto non occorre recarsi presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, ma basta connettersi al sito e seguire le istruzioni.
2) Semplice e, soprattutto, rapida: tutto si risolve in 24 ore.
3) Gratuita, poiché vengono meno le spese della Camera di Commercio.
L’inquadramento previsto nel secondo caso – ossia ditta individuale – rende necessario l’invio della ComUnica, una pratica telematica che serve sia per l’apertura della Partita IVA, sia per l’iscrizione al Registro delle Imprese e alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS.
Hai ancora dei dubbi? Ricorrendo al servizio Fiscozen, che utilizzo personalmente per la mia attività, puoi confrontarti con un consulente nella fase preliminare e valutare quale modello di business si addice di più alla tua attività. L’assistenza è garantita anche nei passaggi successivi, in modo da completare l’operazione in maniera corretta ed evitare possibili rischi. Temi di spendere troppo? Niente paura: per le ditte individuali la tariffa è € 200 + IVA tutto compreso!
Codice ATECO per travel blogger: come si sceglie?
Ogni attività economica è generalmente associata ad un codice, chiamato Codice ATECO, che ne definisce i confini e le caratteristiche. Un esempio tipico è: “69.10.10 – Attività degli studi legali”, utilizzato da chi svolge la professione di avvocato.
Capita, tuttavia, che la ricerca del Codice ATECO si riveli più complessa del previsto, specialmente quando si ha a che fare con attività nate in tempi recenti e, quindi, ancora prive di un effettivo riconoscimento. Dunque, come si risolve il “problema”? Come individuare il Codice ATECO più adatto a descrivere la professione di travel blogger? È consigliabile adottarne uno affine, oppure è preferibile un codice generico?
La risposta dipende dall’impostazione data all’attività. Dunque, una questione che dovrai porti è: in che modo produco i miei guadagni? Vieni pagata per realizzare articoli, guide ed altri contenuti, oppure per consigliare prodotti e servizi ai lettori?
Una volta chiariti questi aspetti del tuo lavoro, meglio se insieme ad un consulente Fiscozen di fiducia, la scelta del Codice ATECO risulterà molto più semplice!
Tasse e contributi: a quanto ammontano?
Veniamo, adesso, al punto più critico dell’apertura della Partita IVA da travel blogger: tasse e contributi. A quanto ammontano? È possibile fare una stima generale dei costi?
Le imposte, per chi sceglie di adottare il regime fiscale forfettario, si limitano ad un 15% fisso sul reddito imponibile (ulteriormente ridotto fino al 5%, per i primi cinque anni di attività, per chi rientra anche nei requisiti dell’aliquota “start-up”).
I contributi, invece, variano a seconda della Cassa Previdenziale di riferimento. Per il travel blogger inquadrato come libero professionista, essa è la Gestione Separata INPS, che richiede un versamento annuale pari al 25,98% del reddito lordo.
Con questo articolo, scritto in collaborazione con il mio consulente Fiscozen, spero di aver chiarito i dubbi di molti aspiranti blogger professionisti. Se sei deciso a trasformare il blogging da passione a lavoro come ho fatto io, contatta ora Fiscozen per un consulto gratuito. Come lettore Travel Blogger Italiane hai diritto a € 50 di sconto sul primo anno!
11 commenti
Il mio blog non genera ancora profitti ma sicuramente, se li genererà, aprirò la partita iva seguendo i consigli di questo pratico e utile articolo! Sempre utilissimi i tuoi articoli Paola, grazie!
Un passo alla volta riuscirai a monetizzare il tuo blog se è quello che desideri!
Davvero interessante e ottima la collaborazione per Travel Blogger con fiscozen.
Sto valutando di fare questo passo e sicuramente seguirò i tuoi consigli
Con loro mi trovo benissimo, sempre disponibili online e ottimi prezzi, non posso che consigliarti Fiscozen davvero di cuore ♥︎
Sempre consigli molto utili! Per me non è ancora io momento di pensarci, ma più avanti chissà!
Salvati questo post allora e in bocca al lupo per qualsiasi progetto tu abbia in pentola!
Articolo utilissimo, spesso non è facile trovare risposte in rete sulla nostra professione. Noi abbiamo aperto partita IVA a inizio 2020 e subito dopo è arrivato il COVID. Spero che da quest’anno si riesca a lavorare bene.
Io aperta in pieno periodo Covid! Però sono dell’idea che se sono sopravvissuta a un anno così, non può che andare meglio ora 🙂
Articolo molto molto utile, è una cosa che sto valutando e sto cercando di informarmi più che posso.
Ti consiglio davvero di prenotare una chiamata gratuita con Fiscozen, mi hanno risolto ogni dubbio prima di fare questo grande passo di cui sono soddisfatissima
Paola, che coraggio! Lasciare tutto e aprire parità iva da travel blogger…un rischio che ancora non sentiamo di correre! Però i consigli letti sono molto utili e penso che sia un buon punto di partenza per chi si vuole lanciare in questa impresa! Noi, travel bloggers per hobby, per il momento non ci sentiamo di fare questo salto ma tanto di cappello e tanta stima a chi riesce a farlo!