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Gli antipasti del piacentino

Cosa mangiare a Piacenza: specialità gastronomiche da non perdere

5 commenti

Piacenza è una città non molto conosciuta nonostante abbia molto da offrire, soprattutto a livello culinario. Si tratta di una  città per lo più di passaggio. Tanti inizialmente si fermano in giornata o per poco più di un giorno ma non appena conoscono la cucina tradizionale e assaggiano alcune delle sue prelibatezze si ripromettono di tornare. I piatti piacentini che proponiamo di seguito vi faranno venire l’acquolina in bocca.

Gli antipasti tradizionali da assaggiare assolutamente a Piacenza

L’antipasto piacentino è ricco e davvero molto goloso. Si può dire che sia il momento a tavola sacro per eccellenza.
Prima di indicarvi quali sono i prodotti dell’antipasto piacentino per eccellenza, è doveroso ricordare che Piacenza è l’unica provincia italiana ad avere tre salumi DOP.

Si tratta della coppa piacentina DOP, la pancetta piacentina DOP e il salame piacentino DOP. Per questo motivo non si può certo iniziare un pranzo tipico senza un antipasto con i salumi locali.

Un tradizionale antipasto alla piacentina a base di salumi può poi essere accompagnato da questi prodotti:

  •  la giardiniera, un mix di verdure sott’olio, rigorosamente fatta in casa;
  •  la burtleina, una frittella a base di farina, acqua e sale;
  •  il batarö, ossia il pane battuto e poco alto da farcire a piacere;
  •  la chisöla, la tipica focaccia con i ciccioli;
  •  il pistä ad gras, il lardo di maiale pestato con aglio e prezzemolo, perfetto da accompagnare anche su una fetta pane o di polenta al forno;
  •  la torta di patate, la cui ricetta cambia in base alle zone. La tradizione vuole che gli ingredienti siano patate, cacio, sale,  pepe, zucchero, cipolle, burro, buccia di limone grattugiata, farina bianca, uova, lievito e olio;
  • il chisolino, che in altre zone dell’Emilia è conosciuto come torta fritta o gnocco fritto;
  • le salse, che non possono proprio mai mancare sulla tavola. Ci sono di tutti i tipi: a base di noci, aglio, peperoni e prezzemolo.

Queste appena elencati sono tutte ricette che provengono dalla tradizione contadina e per questo dal sapore autentico.
A completare il tutto, si consiglia di abbinare ai piatti piacentini un buon Ortrugo dei colli piacentini. Si tratta di un vino bianco che esiste in diverse tipologie: frizzante, fermo e spumantizzato.

I primi e i secondi piatti da non perdere a Piacenza

Per continuare il pranzo da vero piacentino DOC, occorre continuare con un piatto di pasta fresca ripiena o condita con sughi saporiti.

Tra i primi piatti da non perdere troviamo:

  • gli anvein o agnolini, la tipica pasta all’uovo ripiena di stracotto di manzo serviti in brodo di terza. Un piatto ricco, elaborato e raffinato, tipico delle occasioni di festa;
  • i pisarei e faśö, i celebri gnocchetti con sugo rosso di fagioli. Questo piatto è stato valorizzato attraverso l’attribuzione del marchio De.Co. e secondo la tradizione risale al Medioevo quando veniva preparato nei conventi della provincia per sfamare i pellegrini di passaggio sulla via Francigena diretti a Roma;
  • i turtéi o tortelli alla piacentina, ripieni di ricotta e spinaci, ma soprattutto caratterizzati rigorosamente dalla coda.  Vengono serviti con burro e salvia.

I secondi piatti tipici piacentini vertono su diverse tipologie di carne come ad esempio:

  • la pìcula ‘d caval, un classico. Si tratta di carne di cavallo tritata finemente, normalmente servita con un contorno di polenta;
  • la faraona arrosto, molto spesso anche ripiena. Una volta si realizzava avvolgendo la faraona in una garza di maiale mentre oggi si usa spolverarla soltanto con un trito di erbe e burro.

Per i primi e i secondi è consigliabile pasteggiare con un buon Gutturnio frizzante, un vino rosso che troverete soltanto nel piacentino e che è solito essere bevuto direttamente nella ciotola di ceramica, come si faceva una volta.

i gustosissimi tortelli alla piacentina ripieni di ricotta e spinaci conditi con burro e salvia. Foto di Federica Gobbi

Dolci e liquori tipici da provare a Piacenza

I dolci della tradizione piacentina sono semplici, proprio perché nascono nelle cucine di campagna e soprattutto sono frutto di prodotti contadini poveri. Non per questo non sono gustosi o invitanti! Sono tantissimi e con diverse varianti in base alla località dove vengono preparati.

Di seguito vengono indicati quelli maggiormente diffusi e che vengono proposti in tutti i locali di una volta:

  • i buslanei, tipiche ciambelline dure del piacentino da intingere nel Passito di Malvasia. Si narra che un tempo era  tradizione che i padrini regalassero questi dolci ai cresimandi;
  • il buslàn, il tradizionale ciambellone che un tempo veniva fatto per le feste o la domenica. Come molte ricette piacentine, anche questa risale al periodo medievale quando si preparava il buccellato, un pane dolce che i contadini donavano al padrone a Natale;
  • il latte in piedi, una specie di budino che si prepara da tempo in ogni famiglia piacentina;
  • i turtlìt, sono dei tortelli fritti con ripieno di amaretti e marmellata tipici del periodo di Carnevale;
  • la pattona, conosciuta come castagnaccio è una torta con farina di castagne bagnata nel liquido rimasto dopo aver fatto formaggio o ricotta;
  • lo zabaglione, che un tempo nel Piacentino era il fine pasto per eccellenza.

Con i dolci è solito abbinare un bicchiere di Malvasia dolce, un passito di Malvasia oppure un buon liquore fatto in casa. Tra quelli più diffusi nella provincia piacentina troviamo sicuramente il bargnolino. Si tratta di un liquore dall’alta gradazione alcolica, ottenuto dall’infusione delle drupe di prugnolo selvatico.

Il bargnolino, il liquore a base di prugnolo selvatico, chiude quasi sempre un pranzo piacentino. Foto di Federica Gobbi

Questi sono i piatti tipici più celebri della tradizione piacentina, gustosi e particolari. Il consiglio è di provarli nelle osterie e trattorie di una volta, in modo da assaporarne tutto il gusto della tradizione. Per mangiare bene è necessario anche bere bene. Per questo tutti i piatti proposti andrebbero assolutamente accompagnati con i vini tipici locali.

Non sarà certo possibile provare tutte queste prelibatezze in un solo giorno ed è per questo che vi consigliamo di dedicare un weekend alla scoperta delle eccellenze enogastronomiche piacentine. In questo modo potrete avere tempo per visitare la città di Piacenza in un giorno. Non ci resta che augurarvi buon appetito!

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5 commenti

Silvia The Food Traveler 14/04/2020 - 15:01

Pur abitando a poco più di due ore, non mi sono mai fermata a Piacenza. E’ sempre stato uno di quei posti “di passaggio” dove non avevo mai pensato di fermarmi – finora! Perché non conoscevo queste cose buonissime. Per chi come me ama i salumi, sarebbe la destinazione ideale. Non devo pensare a quell’antipasto…

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Ilaria Fenato 15/04/2020 - 08:11

Non sono mai stata a Piacenza e mi piacerebbe moltissimo! Adoro assaggiare la cucina locale, un viaggio rimane incompleto se non ho assaggiato almeno un paio di piatti tipici! ?

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Claudia 19/04/2020 - 18:57

Non mi sono mai fermata a Piacenza ma adesso che ho letto quali sono le specialità gastronomiche della città credo che sarà uno dei posti che visiterò non appena si potrà nuovamente muoversi di casa. Soprattutto mi piacerebbe andarci nel periodo di carnevale per assaggiare i turtlìt e la pattona.

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Giovy Malfiori 20/04/2020 - 06:47

Io adoro la cucina piacentina e ho la fortuna (non in tempi di Corona Virus) di recarmi spesso da quelle parti. Ne approfitto sempre per un buon pranzo.

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Stefania 27/04/2021 - 14:47

Anche da noi il castagnaccio si chiama pattona, molto curioso perché in genere i termini dialettali sono differenti nelle diverse regioni.

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