Tour leader e amante dei viaggi like a local, Santa è autrice di Wanderwave, blog di viaggi a più voci che racconta le destinazioni più belle partendo da Napoli. Tra viaggi a lungo termine e vita da tour leader le avventure di Santa sono coinvolgenti e piene di ispirazione per i viaggiatori.
In viaggio con Santa: sola o in gruppo
Dipende. In tre modalità, dipendentemente dal periodo della mia vita. Molto spesso da sola. Mi piace molto prendere e partire alla scoperta di posti nuovi per periodi medio-lunghi. Un po’ per abitudine e per individualismo, un po’ perché non tutti si possono permettere di prendere e partire, questo tipo di viaggio lo faccio spesso in solitaria.
Viaggiare da sola mi piace tantissimo, credo che sia un modo di scoprire il mondo molto diverso che farlo in compagnia di chi già si conosce. Ci si mette più in gioco, si conoscono più facilmente persone nuove e si superano di più i “limiti”.
Un altro modo è con i gruppi. Sono una tour leader e il mio lavoro è guidare gruppi in viaggio. Quindi mi capita spesso di partire con i gruppi, che sia per un soggiorno in hotel, un viaggio itinerante, un weekend in campeggio o una settimana in crociera. È vero, trattandosi di lavoro forse non può essere definito viaggio, però mi piace davvero un sacco farlo e una volta superato lo stress dell’organizzazione, me lo godo anche io il viaggio.
Ultimo, ma non per ultimo, in compagnia di amici. Questo capita soprattutto nei periodi in cui riesco ad essere in vacanza nei mesi in cui anche altre persone lo sono. Questo tipo di viaggio solitamente è più breve e mi capita di farlo una o due volte all’anno. Cioè le vacanze.
Viaggiare a lungo termine
Un viaggio a lungo termine. Quando posso scegliere di solito decido una destinazione e provo a passarci un tempo abbastanza lungo per conoscere il posto e farlo diventare un po’ casa mia.
Le vacanze sono sacrosante, ma quello che mi dà davvero soddisfazione nel viaggiare è “trasferirmi” in un posto. Proprio per questo ho sempre provato a cercare lavori che mi facessero o viaggiare oppure lavorare da remoto, quindi, potenzialmente, da dovunque.
Di solito il tipo di sistemazione che scelgo è una casa in condivisione. La fuorisede che è in me non ha smesso di esistere con la fine dell’università, anzi. Questa soluzione mi piace molto perché combina condivisione e privacy: una casa in condivisione con persone più o meno della mia stessa età e con esigenze simili alle mie la trovo bella, semplicemente.
È un ottimo modo per fare amicizia (con i coinquilini e gli amici dei coinquilini), per condividere pranzi, cene e bevute, per fare avvenire quella cosa bella dello scambio umano. Certo bisogna essere fortunati, non tutte le ciambelle escono col buco, ma devo dire che nella mia esperienza di coinquiline e coinquilini ho guadagnato tanti amici. Anzi, sorelle e fratelli, a volte.
Cosa non può mancare nel bagaglio di Santa
Nel mio bagaglio non può mai mancare il computer. Da qualche anno a questa parte ho associato al mio lavoro di tour leader il lavoro di content writer e content creator. Alcune persone riescono a fare tutto col cellulare, ma io lo trovo difficile e ho bisogno del mio computer con il desktop disordinato, con le mille cartelle dei miei mille progetti.
Il cellulare anche, ma credo che sia scontato dirlo, anche perché diventa indispensabile semplicemente per uscire di casa a volte. Mancano altre due voci nella lista delle cose che non possono mancare nel mio bagaglio.
La prima è un taccuino. Sono una che scrive ancora a mano la to do list e che prova soddisfazione a disegnare a penna una linea sulle cose fatte. Ci ho provato a scriverla nelle note del cellulare, tipo quando ero in giro e mi venivano in mente delle cose, ma ho notato che l’attenzione non è la stessa e che tendo a dimenticarle di più. Quindi carta e penna tutta la vita.
L’ultima sono i vestiti. Sono vanitosa e pigra allo stesso tempo. In un mio bagaglio è assolutamente necessario che ci siano dei vestiti che siano al contempo comodi e che mi facciano sentire bene. Riconosco l’assoluta comodità delle sneakers, ma non sono un’amante del loro stile. Quindi per finire vestiti comodi e la mia cremina per il viso. La strada per il minimalismo è ancora lunga, ne sono consapevole.
Le destinazioni dei sogni di Santa
Tante. Troppe. In piena emergenza sanitaria ho richiesto un Working Holiday Visa per l’Australia che, ovviamente, è ancora in sospeso perché i confini sono ancora chiusi. Non so se mi verrà mai accettato e se potrò ancora andare nella terra dei canguri e degli animali più pericolosi del mondo, ma ogni tanto la sogno. Anche se, ad essere sincera, non è al primo posto.
Al primo posto è il Sud America. L’atmosfera che caratterizza l’immaginario del Sud America – che poi Sud America che vuol dire? È enorme! – mi affascina un sacco. L’idea è quella di prendersi dei mesi e girarlo. Perché non lo abbia ancora fatto me lo sto chiedendo anche io, ma in questo momento ho un lavoro che mi terrà in un posto per qualche mese, dopo, mi sa, che non avrò più scuse.
Un altro mio sogno sarebbe lavorare per qualche mese in una grande città americana, tipo New York. Non credo mi ci trasferirei per viverci, però un’esperienza di qualche mese mi piacerebbe un sacco.
Per non andare avanti all’infinito, vi menziono l’ultimo dei miei viaggi da sogno, che però non ho mai fatto e mai potrò fare: le isole greche in adolescenza. Le isole greche stanno sempre là, lo so, ma visitarle con la spensieratezza dei 18 anni è una cosa che non potrà più accadere. In Grecia poi ci sono stata, non sulle isole, e devo dire che l’atmosfera non è stata male. Chissà.
Viaggiare per conoscersi meglio
Può sembrare banale, ma in viaggio, prima di tutto, ho imparato a conoscermi. Ho sempre usato i viaggi più che come scoperta geografica, come scoperta umana. Dico sempre che la cosa più bella dei viaggi sono le persone (e le situazioni che si creano intorno ad esse).
Viaggiare, soprattutto da sola o con sconosciuti, mi ha aiutato in primis a capire gli schemi in cui mi muovevo e poi un po’ a ridefinirli. È un processo costantemente work in progress, non ci sarà, credo, mai una fine a questo continuo mettersi in discussione e mi piace un sacco così.
Allontanarsi dai punti di vista che abitiamo a casa nostra ci permette di guardarci da fuori e uno sguardo esterno coglie sempre qualcosa di diverso. Cioè viaggiare allarga proprio le prospettive: questo è, secondo me, il più grande insegnamento dei viaggi. Per me, almeno.
Un’altra delle cose che ho imparato e stato un confronto sano con l’altro e l’essere più alla mano. No, non ho ancora imparato ad essere minimalista, ma ho imparato a lasciar andare e ad adattarmi a situazioni non proprio comode: dormire con più persone, un bagno e una doccia condivisi, non poter sempre scegliere cosa mangiare. Tutte queste cose ti fanno capire che, forse, nella vita, le priorità vanno ridefinite di tanto in tanto.
Se ti piace lo stile di viaggio di Santa, trovi tutti gli articoli scritti per Travel Blogger Italiane sulla sua pagina autrice.
1 commento
Che bello leggere una nuova intervista riguardante le Travel Blogger Italiane! Ognuna ha una storia interessante e tanti viaggi da raccontare in maniera diversa dalle altre: è questa la forza della nostra community!