Nel Valdarno inferiore, nel susseguirsi di borghi d’altura e di centri di fondovalle, San Miniato occupa un posto davvero di rilievo: un borgo che ha una forte vitalità culturale, una storia lunghissima e un patrimonio architettonico e artistico notevole. Infine, non ultimo, vanta la produzione del tartufo bianco: San Miniato è un borgo dalle mille sorprese.
Breve storia di San Miniato: dagli Etruschi a Federico II alla Seconda Guerra Mondiale
In principio erano gli Etruschi. Nell’area archeologica di San Genesio, antico Vicus Wallari, ai piedi dell’altura su cui sorgerà la San Miniato medievale, sono venute in luce le tracce della presenza prima etrusca e poi romana nel territorio. Ciò non deve stupire: il Valdarno inferiore è una zona fertile e al tempo stesso protetta dalle colline retrostanti; inoltre l’Arno costituisce una via naturale di collegamento tra il mare e l’Appennino. Il territorio fin dall’antichità è stato costellato da una serie di insediamenti più o meno grandi. L’area archeologica di San Genesio, con annesso museo, racconta l’evoluzione del territorio di San Miniato nell’epoca più antica attraverso i reperti rinvenuti nel corso di scavi archeologici realizzati negli anni scorsi.
Con un brusco salto temporale saltiamo al XIII secolo, quando Federico II fece fortificare la rocca del borgo dotandola di una torre altissima a presidio del territorio. In effetti la torre è ben visibile da km di distanza e connota fortissimamente San Miniato, tanto da esserne diventata il simbolo assoluto.
Il borgo di San Miniato si sviluppa in età medievale. Il passaggio di Federico II dà grande impulso allo sviluppo del centro; la cattedrale romanica ha una particolare facciata in mattoni nella quale sono inseriti, quale motivo decorativo, dei catini in ceramica: sono i cosiddetti catini murati.
Lo sviluppo urbanistico non si ferma. Tra i monumenti più interessanti incontriamo il palazzo della Diocesi, il convento di San Domenico con la chiesa annessa e, della metà del Cinquecento, il palazzo Grifoni realizzato su disegno, addirittura, di Michelangelo Buonarroti.
Con un ulteriore salto temporale arriviamo alla II Guerra Mondiale, in particolare alla fine di luglio del 1944, quando i Nazisti pressati dagli Alleati in avvicinamento, si lasciano andare al delirio distruttivo: minano e distruggono la torre di Federico II, bombardano numerosi palazzi del borgo, chiudono in cattedrale una parte degli abitanti, quindi tirano bombe e fanno una strage. Un episodio davvero tragico della storia di San Miniato che è molto ben raccontato nel Museo della Memoria, ospitato nel complesso di San Domenico.
Focus: il Museo della Memoria di San Miniato
Tra tutti i musei di San Miniato (che vanta un’offerta culturale cospicua per essere un borgo tutto sommato non così esteso) merita senz’altro una visita il Museo della Memoria di San Miniato.
Di istituzione piuttosto recente, questo museo racconta come a San Miniato si diffuse dapprima l’ideologia fascista, poi come si svilupparono i gruppi di antifascisti e a seguire di partigiani, infine si sofferma sui terribili giorni in cui la guerra colpì San Miniato.
L’allestimento si basa molto sul multimediale, proponendo tanti contributi video che riportano spezzoni di interviste a testimoni di quegli anni, fotografie d’epoca e documenti ufficiali o pagine di giornali. Nelle vetrine trovano spazio pochi, ma significativi oggetti che ci portano direttamente negli anni in cui l’ideologia fascista imperava ed era tutt’uno con la politica e con la società. Conoscevate l’esistenza del sabato fascista? Chi aderiva poteva non lavorare il sabato, a patto che partecipasse alle adunate ufficiali che venivano organizzate. E i bambini erano educati fin da piccoli con abbecedari sui quali erano scritte frasi, da mandare a memoria, piene di amore e ardore per il Duce. Cose pazzesche, che succedevano effettivamente in Italia – non solo a San Miniato – appena 90 anni fa.
Il discorso si sposta poi sui protagonisti dell’antifascismo a San Miniato e dintorni. Una cellula comunista si installò nel territorio e fu, ovviamente piuttosto osteggiata anche se agiva nella clandestinità più totale.
E infine arriviamo ai fatidici giorni di guerra.
Man mano che, nell’estate del 1944, gli Alleati risalivano l’Italia accerchiando e costringendo alla ritirata i Tedeschi, questi si lasciavano andare a manifestazioni di ferocia spesso inusitata ai danni della popolazione, spesso come rappresaglia per azioni dei Partigiani. A San Miniato, però, i bombardamenti avvennero alla vigilia dell’arrivo degli Alleati e quindi della fuga tedesca. I palazzi sul corso principale del borgo furono minati e crollarono miseramente, come fossero di cartone: palazzi medievali distrutti come niente. Il danno peggiore da questo punto di vista fu la distruzione della torre federiciana, simbolo di San Miniato (e paradossalmente costruita da un imperatore tedesco!). L’azione più efferata invece fu l’esplosione dentro la cattedrale, nella quale era stata rinchiusa parte della popolazione, che provocò molte vittime.
Un monumento nella piazza della Cattedrale ricorda quella tragica giornata, avvenuta nel luglio del 1944. La Torre Federiciana fu invece ricostruita “com’era dov’era”, perché San Miniato potesse tornare ad avere il suo simbolo secolare.
Una passeggiata nel borgo: i monumenti più interessanti
La Torre Federiciana è senz’altro il monumento più importante, anche se – purtroppo – la torre che ammiriamo oggi è la ricostruzione realizzata a seguito del bombardamento ad opera dei Tedeschi nel 1944. La torre originaria fu fatta erigere tra il 1217 e il 1223 dall’imperatore Federico II di Svevia, quale elemento principale della rocca che cingeva la sommità del colle sul quale sorge San Miniato. Proprio San Miniato fu scelta come sede dell’amministrazione imperiale delle finanze per l’Italia centrale e per la Tuscia perché si trovava vicina a Volterra, Pisa, Lucca, Firenze, e in prossimità della via Francigena. La Torre, alta 30 metri, è in mattoni ed era coronata in cima da colonne cilindriche in mattoni.
La Chiesa di San Domenico è l’edificio religioso più curioso di San Miniato. Sorge accanto al complesso del Convento di San Domenico, uno spazio grande articolato intorno ad un chiostro che affaccia sulla via principale del borgo e che oggi è sede di uffici e di istituti culturali tra cui la biblioteca civica e il Museo della Memoria; dalle finestre affacciate sul contado si gode una vista panoramica eccezionale sul territorio.
La facciata della chiesa di San Domenico è curiosamente non finita, per cui rivela il paramento in mattoni, ma non ha un rivestimento in marmo o in pietra come ci aspetteremmo. La vera sorpresa però è all’interno, immediatamente a destra, nella controfacciata: è dipinta una scena tratta da un miracolo di San Domenico, che salvò da naufragio una nave di pellegrini. La scena del salvataggio occupa la lunetta in alto, mentre la parte più cospicua della rappresentazione è stata occasione per il pittore per dare sfogo a tutta la sua fantasia, dipingendo animali marini fantastici che nel suo immaginario popolavano il mare.
Palazzo Grifoni, con la sua facciata elegante, è un frammento di Firenze importato a San Miniato. Non a caso l’edificio, che risale al XVI secolo, si basa su un disegno di Michelangelo Buonarroti. Le linee elegantissime e insieme possenti delle murature, del disegno delle finestre e delle cornici, del loggiato al piano superiore, ne fanno un edificio signorile rinascimentale davvero di grande pregio.
San Miniato e il tartufo bianco
Fin qui si è parlato di storia e di arte, ma San Miniato è nota soprattutto per un prodotto della terra: il tartufo bianco. Ogni anno a novembre si svolge la Fiera del Tartufo Bianco per le vie del borgo. Il tartufo bianco delle Colline Samminiatesi ha, come nome scientifico, Tuber Magnatum Pico ed è un fungo sotterraneo che si sviluppa a pochi cm di profondità in poche aree specifiche le cui particolari condizioni naturali permettono lo sviluppo, tra cui quella, appunto, di San Miniato.
La tradizione del tartufo risale al Medioevo, ma solo da un secolo o poco più l’attività di raccolta è organizzata da tartufai. Ogni famiglia di tartufai ha i suoi segreti, i suoi luoghi prediletti e i suoi sentieri più nascosti lungo i quali andare a cercare il prezioso tubero. Non ci si può improvvisare cercatori di tartufo bianco di San Miniato: la Regione ha giustamente imposto un severo disciplinare per far sì che si mantengano anno dopo anno le condizioni ideali per la riproduzione. La stagione di raccolta è breve, limitata all’autunno e, come si può intuire, si tratta di una produzione estremamente limitata: è proprio questo che fa la bontà e la preziosità del prodotto.
San Miniato è cultura a 360 gradi: arte, architettura, archeologia, storia antica e recente, musei ed enogastronomia. Inoltre è equidistante da Pisa e da Firenze, per cui è l’ideale punto di partenza, o di arrivo, per una gita da e per una di queste due località o entrambe. Altrimenti, altro territorio tutto da esplorare e piuttosto vicino, è il Montalbano: terra di olio, terra di vino, ma soprattutto, terra natìa di Leonardo da Vinci. Il paese di Vinci, infatti, dista davvero pochi km da qui.
18 commenti
Uno dei tour che avrei voluto fare nel breve periodo è proprio quello della Toscana perché è da un po’ che non visito queste zone e vorrei tanto tornare in alcuni luoghi e vederne altri che ancora non conosco. San Miniato è sicuramente una delle località che mi piacerebbe visitare.
San Miniato è molto a misura d’uomo. Tra l’altro si trova in un bel territorio e vicino ad alcuni altri bei centri medievali, come ad esempio Montelupo Fiorentino, patria delle ceramiche, oppure Empoli, che pur avendo una dimensione più cittadina ha comunque un bel centro storico. Consiglio senz’altro di inserire questo territorio in un tour della Toscana.
Non conoscevo questo bel borgo e mi è venuta voglia di visitarlo. Quest’estate penso che mi dedicherò alla scoperta dei borghi italiani
Vorrei mettere molto centro Italia nei miei prossim imesi. San Miniato è sulla lista da tantissimo.
Questi borghi della Toscana e in generale dell’Italia centrale, che conservano il loro impianto medievale sono veramente affascinanti. A San Miniato non sono mai stata e spero di farlo al più presto magari per visitare il museo della memoria perché certe cose è bene non dimenticarle
Amo sia i borghi che il tartufo bianco…non posso non inserirlo nella mia lista dei tour in Italia! Grazie mille!
Spettacolo!! Abito a pochi km da San Miniato e adoro il borgo in città alta! Ci sono dei ristoranti e delle boutique davvero uniche! Il tartufo poi, qui è di prima qualità, da veri intenditori. A noi non piace, ma è davvero rinomato!
Quanta storia in questo luogo affascinante. Vorrei scoprire queste zone quando si potrà ricominciare a viaggiare.
Sono finita a San Miniato un giorno per caso durante un on the road in Toscana. Veramente un bellissimo piccolo borgo pittoresco. Ho una voglia matta di tornare in Toscana. Speriamo presto!
Per un periodo ho venduto prodotti al tartufo in una gastronomia parigina assaggiando di tutto… ora quasi mi sembra di vedere le famiglie che da generazioni vanno in cerca dell’ambito prodotto! ?
Non conoscevo San Miniato ma è davvero un bel borgo! Spero di riuscire a visitarlo presto
Non sono mai stata a San Miniato ma, dopo aver letto questo articolo, certo che mi è venuta voglia di farci un salto. Questo, ovviamente, non appena sarà possibile farlo! 😉
Un articolo interessantissimo ed esaustivo, da cui imparare un sacco di cose! Grazie per averlo condiviso con noi!
Sicuramente un borgo affascinante tutto da scoprire! Sarebbe bello riuscire ad organizzare un itinerario proprio su questi bei borghi per l’estate 🙂
Mi aveva già catturato a “tartufo bianco” perchè adoro i tartufi… Ma le immagini sono stupende, devo segnarmelo per andare a vederlo!
La Toscana l’ho girata in lungo ed in largo in diversi anni ma ho comunque ancora qualche cittadina da scoprire. Tra queste c’è San Miniato , questo post mi è stato utile nel programmare un weekend toscano per il prossimo autunno sperando che la situazione Covid non peggiori nuovamente. Comunque sia, io continuo a progammare e raccogliere idee per visitare l’Italia vera, quella dei borghi che adoro come per esempio quello che hai raccontato e fotografato con maestria
Bellissima San Miniato! Ci sono stata poche settimane fa e, oltre ad aver mangiato delle pappardelle al cinghiale stratosferiche, ho anche avuto modo di ammirare come il tempo sembra quasi essersi fermato. Complice forse il fatto che nessuno si aggirava per le vie della città, ma è stato davvero molto suggestivo!
É da un po’ che ho in testa San Miniato e che vorrei tanto organizzare un viaggio. Del resto tutta la regione è molto interessante dal punto di vista storico e a parte qualche cittadina della Val d’Orcia e Firenze ho ancora tanto da scoprire!
Ti consiglio un viaggio enogastronomico, l’intera regione si presta benissimo alla scoperta di nuovi sapori sullo sfondo di antichi edifici e roccaforti