Un tempo Fiumicino non esisteva. Esisteva il mare. Poi l’imperatore Claudio, nel I secolo d.C., fece costruire il più grande porto marittimo del mondo antico. Questo porto servì l’Impero romano fino alla fine, poi si perse nella memoria.
Per secoli, anzi millenni, la linea di costa è avanzata e nel XXI secolo è stato costruito il grande aeroporto Leonardo Da Vinci: una terra, dunque, che da 2000 anni ha la vocazione all’accoglienza e ai viaggi.
Storia di Portus, il grande porto di Roma imperiale
Al debutto dell’età imperiale, Roma non ha un porto degno della capitale di un impero che si estende da una parte all’altra del Mediterraneo. Il porto più grande del Tirreno è Pozzuoli, decisamente lontano dall’Urbe per poter far giungere agevolmente merci anche di prima necessità, come il grano.
Inoltre, la necessità di distribuire gratuitamente il grano alla popolazione sempre più crescente, fece decidere l’Imperatore Claudio, alla metà del I secolo d.C. alla costruzione di un grande porto alla foce del Tevere, in diretta connessione con Roma. Alla foce del Tevere, in realtà, esisteva già il porto di Ostia, fluviale e comunque non sufficientemente grande a soddisfare la “fame” di grano della Capitale.
A Nord della foce del Tevere, Claudio fa dunque costruire un grande bacino portuale. Due lunghi moli abbracciano un grande invaso di acqua, mente all’apice l’Isola Faro è segno della forza dell’Impero e segno di riferimento per i naviganti.
Questo porto ha da subito problemi legati all’insabbiamento del fondale e ai venti di burrasca che imperversano e che in una burrasca distruggono addirittura 100 navi alla fonda nel bacino.
L’Imperatore Traiano all’inizio del II secolo fece costruire un secondo bacino, più interno, di forma perfettamente esagonale, nel quale le grandi navi provenienti da Egitto, Africa mediterranea, Gallia, Spagna, Siria e Grecia possano attraccare in totale sicurezza, protette dai venti che soffiano sulla costa.
Il porto di Claudio viene inglobato e diventa parte integrante di questo nuovo immenso sistema portuale che ha lunga vita tanto da diventare una civitas, Portus.
Una passeggiata a Portus, l’antico porto di Roma
Laddove un tempo sorgeva il grande porto di Roma, oggi è un’area archeologica e riserva naturale.
A Fiumicino le tracce archeologiche dell’antica Portus sono individuabili in alcuni punti della città. La più importante è l’Area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano. Essa è un’area in cui le strutture archeologiche e la natura convivono in un equilibrio incredibile e allo stesso tempo delicato.
Una passeggiata nell’area archeologica è al tempo stesso piacevole e culturalmente stimolante. Il percorso prevede per prima cosa di infilarsi nel cosiddetto Portico di Claudio. Immaginiamo di essere arrivati con la nostra nave dall’altra parte del Mediterraneo: davanti a noi si stagliava un colonnato alto e imponente, il vero biglietto da visita per il porto di Roma!
In tempi successivi, quando il bacino esagonale di Traiano convogliò verso di sé l’attenzione di navi e marinai, questo porticato fu inglobato in magazzini che andarono a potenziare quelli già esistenti, il grande blocco dei magazzini traianei.
I magazzini traianei sono un complesso immenso, di cui a fatica si riesce a cogliere l’unitarietà: una serie di grandi ambienti in laterizi costruiti in serie uno accanto all’altro e intorno ad una piccola darsena nella quale stavano le piccole barche destinate alla navigazione lungo il Tevere.
In questa stecca di magazzini si apre una strada colonnata dall’aspetto piuttosto imponente: le colonne in travertino non sono lisce, né ben rifinite: sono piuttosto in blocchi a malapena sbozzati: questo stile non finito si data proprio all’età dell’Imperatore Claudio e monumentalizza un punto di passaggio all’interno dei magazzini.
La darsena era un canale lungo e stretto interamente artificiale. Oggi ha l’aspetto di uno stagno e non è raro vedervi aironi e garzette e sentire gracidare le rane.
Proseguendo si costeggiano da un lato i magazzini e la banchina di attracco, dall’altra un grande prato sorge nel luogo in cui un tempo c’era il canale di immissione nel bacino esagonale. Si cammina, in sostanza, nel mare.
Un percorso nella storia e nella natura
Per vedere l’esagono dall’area archeologica occorre giungere ai cosiddetti Magazzini Severiani, una stecca di ambienti voltati disposta ad L. In due punti di uno dei lati della L si può salire e vedere lo specchio d’acqua del bacino oggi: oasi per gli uccelli migratori che qui tornano ogni anno a nidificare.
I Magazzini Severiani avevano funzione prevalentemente di stoccaggio di merci giunte da ogni parte dell’Impero e qui sistemate in attesa di essere trasportate verso Roma. Il porto è stato il motore pulsante della floridezza dell’Urbe per tutta la durata dell’Impero.
Per una pausa sotto un pergolato si può sfruttare il Casale Torlonia, un bell’edificio colonico rosso che oggi è utilizzato come punto d’appoggio per le attività didattiche, e per concludere la visita si può arrivare alla radura della basilica cristiana, che racconta come proseguì la storia di Portus dopo che il porto era tramontato per sempre.
La visita dell’area archeologica di Portus è sia archeologica che naturalistica: i grandi pini piantati sono avviluppati alle strutture archeologiche e le dominano dall’alto; nei prati fiorellini azzurri in tarda primavera danno davvero l’impressione di navigare nell’acqua.
La fauna è davvero notevole: oltre agli aironi e alle garzette si incontrano le upupe e i martin pescatore; le nutrie vivono nei fossi, mentre le istrici difficilmente si fanno vedere; può capitare, invece, di incontrare una famigliola di daini. L’equilibrio tra natura e archeologia è delicatissimo e i visitatori sono invitati a rispettarlo.
Le altre testimonianze dell’antica Portus
Oltre all’area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano, a Fiumicino si trovano altre testimonianze dell’antico porto di Roma.
Lungo viale Guidoni, la grande strada che da Fiumicino porta verso l’aeroporto e l’autostrada, si trova il Museo delle Navi di Fiumicino.
Il Museo delle Navi ha riaperto i battenti a inizio ottobre 2021 dopo 20 anni di chiusura. Conserva ed espone gli scafi in legno di alcune navi rinvenute proprio lì nei pressi dell’edificio: siamo all’interno del bacino di Claudio, nei pressi del Molo Nord. La lunga struttura del Molo Nord segna praticamente il confine con l’aeroporto e si allunga per almeno 700 m prima di interrarsi. Gli scafi sono eccezionali. Uno di essi anzi è unico nel suo genere: una barca da pescatori, completa di una vaschetta interna nella quale veniva mantenuto il pesce vivo fino al momento della vendita al dettaglio.
Sono venuti in luce, durante i lavori di costruzione dell’aeroporto, anche altri due complessi archeologici che erano costruiti sulla banchina: uno è la cosiddetta “capitaneria” di Porto, un edificio che doveva avere funzioni amministrative, considerata la sua posizione sulla banchina.
Dall’altro lato della strada si trovano invece una grande cisterna e un piccolo impianto termale. Questi complessi sono chiusi al pubblico, ma contribuiscono a dare contezza di quanto fosse grande Portus.
L’area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano, con la necropoli di Isola Sacra – a Fiumicino – fa parte del Parco archeologico di Ostia antica.
Una giornata spesa a passeggiare tra gli edifici della città antica e tra i magazzini e i moli del grande porto dell’impero può far rendere l’idea di quanto Roma a ragione sia stata la più grande potenza del mondo antico.
2 commenti
Articolo molto interessante, io abito a Roma ma non avevo mai considerato alcuni di questi posti per un pomeriggio alternativo. Davvero carino! 🙂
Sono stata molte volte a Fiumicino e davvero non immaginavo tutta la sua storia. Ancora una volta i romani si confermano davvero geniali e intraprendenti, con l’idea della costruzione di un bacino esagonale. Davvero una bella scoperta l’antica Portus!