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Panorama Civita di Bagnoregio

Civita di Bagnoregio, il borgo che non vuol morire

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C’è un piccolo borgo del Lazio, nell’Alta Tuscia tra Viterbo ed Orvieto, accoccolato in cima ad uno sperone di argilla e tufo. Occorre percorrere un ponte di trecento metri per raggiungerlo e godere di una bellissima vista sulla Valle dei Calanchi. Si tratta di Civita, l’acropoli che appartiene al comune di Bagnoregio, un borgo che non vuol morire.

Il territorio ed il paesaggio della Valle dei Calanchi

Da lontano Civita di Bagnoregio offre una visione davvero unica e suggestiva. Sembra formare un tutt’uno con la roccia su cui sorge ed è situata così in alto che pare tendere verso il cielo. Da sempre il borgo deve difendersi dai numerosi eventi naturali avversi che minacciano la sua stabilità. Strati di argilla, lava e tufo costituiscono il territorio. Sono materiali particolarmente fragili e con il tempo la loro erosione ha dato origine ai calanchi, profondi solchi lungo i versanti delle colline e delle vallate circostanti.

Oltretutto, qui la vegetazione è scarsa, dando vita ad un paesaggio quasi lunare. Le piene dei torrenti Rio Chiaro e Rio Torbido che scorrono nella Valle dei Calanchi, come anche frane o terremoti, hanno reso nel corso dei secoli questa terra sempre più instabile. Per questo motivo più di una volta è stato necessario ricostruire la strada che collega Civita a Bagnoregio, fino a giungere alla costruzione dell’attuale ponte nel 1965.

L’importante scrittore e germanista Bonaventura Tecchi nacque alla fine dell’800 a Bagnoregio e trascorse la sua giovinezza in queste terre. Egli definisce Civita come una città che muore, proprio per la precarietà della sua posizione. Questa definizione lascia sicuramente presagire un destino cupo; tuttavia, egli non può fare a meno di ammirare la spettacolarità del paesaggio, quando afferma che non sarebbe diventato scrittore senza “la visione davanti agli occhi del tufo dorato, dei ruderi estrosi e luminosi del paese che muore“. (Bonaventura Tecchi, Antica Terra)

Civita di Bagnoregio
Piazza San Donato di Civita di Bagnoregio

Il borgo di Civita di Bagnoregio e la sua storia

Non solo i fenomeni naturali, ma anche l’avvento e le opere delle diverse popolazioni nel corso dei secoli hanno caratterizzato la storia di Civita di Bagnoregio. Il nome Civita indica il nucleo più antico dell’abitato, per distinguerlo dalle frazioni vicine. La sua posizione su di una rocca a scopo difensivo e la presenza di numerose tombe testimoniano che il borgo era un antico insediamento etrusco già dal VII – VI secolo a. C. Successivamente, ci fu la conquista della Tuscia da parte dei Romani.

La Porta di Santa Maria conduce nel cuore del paese: mentre si attraversa il ponte la si scorge da lontano con l’arco ad ogiva ed una trifora nella parte più alta. Oltre la porta si può vedere poco più avanti quella più antica di epoca etrusco-romana. Addentrandosi nel borgo, le strade presentano ancora la suddivisione in cardo e decumano, tipicamente etrusco-romana. Passeggiando si incontrano alcuni negozietti e bar.

Il verde delle piante ed i colori dei fiori risaltano sul marrone chiaro del tufo; essi ornano le scalinate e le piccole logge di antichi edifici di epoche medioevale e rinascimentale. Alcuni palazzi nobiliari, come Palazzo Colesanti e Palazzo Alemanni appartenevano ad importanti famiglie viterbesi. Piazza S. Donato costituiva nell’antichità, ed è tuttora, il fulcro di Civita: essa era l’antico foro.

I resti di colonne e capitelli corinzi fanno pensare che un tempo qui vi fossero anche dei templi. Qui sorgono il palazzo dell’ex Comune e la Chiesa di S. Donato con il Campanile a torre. La chiesa, che custodisce un prezioso crocifisso ligneo, è di impronta romanica e presenta una facciata rinascimentale. E’ difficile immaginare come fossero un tempo tutti questi luoghi, a causa dei rifacimenti che hanno subito in seguito a numerosi terremoti. Essi testimoniano certamente il grandioso passato di Civita.

Civita di Bagnoregio scorcio
Scorcio del centro di Civita di Bagnoregio

La città che vuole vivere

Gli abitanti di Civita sono solo una decina, o poco meno; tuttavia. ogni anno numerosi turisti, italiani e stranieri, vengono a visitare “il paese che muore”. E’ difficile chiamare con questo nome un luogo così ricco di fascino, che è sempre stato vivo anche dal punto di vista culturale.

Civita fa parte dei borghi più belli d’Italia, ed è anche stata un set cinematografico. Alcuni personaggi hanno contribuito a darle lustro e celebrità. Qui nacque nel lontano 1200 il teologo e pensatore San Bonaventura: San Francesco lo guarì da una grave malattia e lo chiamò con questo nome che significa buona fortuna. A lui è intitolata via S. Bonaventura, dove si trova una targa in ceramica con la sua figura.

Tra gli altri uomini illustri, oltre a Bonaventura Tecchi, Francesco Petrangeli Papini ha compiuto numerosi studi sulla storia ed il territorio del paese. Durante l’anno vi sono anche alcune manifestazioni tradizionali. Il Palio della Tonna in giugno e settembre è una corsa a dorso d’asino tra le contrade del paese.

Nel periodo natalizio un presepio vivente anima le vie e le case. Il Venerdì Santo un corteo storico depone il Crocifisso della Chiesa di S. Donato in una bara e lo porta a Bagnoregio. Oggi il paese ha acquistato una visibilità sempre maggiore grazie al miglioramento dei servizi turistici e delle infrastrutture. La bellezza insolita di Civita ha conquistato anche alcuni personaggi famosi, che hanno casa qui e contribuiscono a mantenere vivo l’interesse per il borgo.

Quando si arriva a Civita si respira subito un’atmosfera d’altri tempi. Eppure, proprio grazie alla sua storia secolare, questo paese conserva ancor oggi, e vuole preservare il più a lungo possibile, il suo prestigio e la sua attrazione.

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9 commenti

Babi|+Wanderlust+in+Travel 02/10/2021 - 18:10

Ci sono stata quest’estate e ne sono rimasta affascinata.
Sicuramente un borgo da vedere almeno una volta nella vita!
Mi piacerebbe molto vedere il Palio della Tonna, magari prima o poi riuscirò ad assisterlo!
Brava Matilde, ottimi spunti!

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Matilde 06/10/2021 - 10:24

Ti ringrazio, sono stata a Civita per la prima volta soltanto pochi anni fa ed è stata una bella scoperta anche per me!

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Eliana 03/10/2021 - 09:47

Sono stata in queste zone l’anno scorso e non vedevo l’ora di vedere Civita di Bagnoregio: e devo dire che ne sono rimasta un po’ delusa. Nel senso, da fuori è spettacolare, unica, dal belvedere c’è una vista pazzesca. Dentro invece non ho trovato nulla di diverso da un borgo non a pagamento e già che si debba pagare per visitare un luogo pubblico per me è follia.

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Matilde 06/10/2021 - 10:26

Capita talvolta che un luogo deluda le nostre aspettative. Ogni viaggio, ogni posto che vediamo suscitano in ciascuno di noi impressioni e sensazioni diverse.

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Annalisa+Trevaligie-Travelblog 15/10/2021 - 12:55

Dista da me davvero poco, eppure ancora non sono riuscita ad andare a Bagnoregio. E’ proprio vero che Si tende sempre ad esplorare i posti più lontani.. e invece vicino casa co sono dei capolavori simili.

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Matilde 01/11/2021 - 16:54

E’ vero, per questo trovo che sia importante ricordare anche questi piccoli borghi della nostra Italia che nascondono un ricco patrimonio storico e culturale.

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Martina 18/02/2022 - 16:03

e’ un posto che mi affascina tantissimo, uno di quei posti dove si respira la storia con la S maiuscola! Spero di poterlo vedere dal vivo un giorno 🙂

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Claudia 09/03/2024 - 07:42

Sono stata a Civita diversi anni fa in primavera, ma mi piacerebbe tornarci magari per vedere il presepe vivente! Io più la città che muore la vedrei come la città che resiste!

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LA KRY 01/05/2024 - 15:44

Abbiamo visitato Civita due anni fa in primavera, e devo dire che è un esperienza che non si dimentica. L’attuale gestione ha molti difetti, informazioni incomplete o sbagliate, orari stravaganti, sistemi di navetta non proprio puntuali. Ma una volta varcata la collina e scoperto il panorama tutto è stato dimenticato. La salita è una bella faticaccia, ma ne vale la pena, e una volta giunti nel borgo inizia la vera magia. Siamo rimasti fino a tarda ora, e quando i turisti se ne vanno e si rimane praticamente soli le emozioni si accavallano: stupore e malinconia, ammirando il tramonto in un silenzio surreale.

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