Se pensiamo a Roma immediatamente ci viene in mente il Colosseo, via dei Fori Imperiali e in generale il grandissimo centro monumentale e anche – diciamocelo pure – caotico e frenetico che è la capitale. Ma c’è una Roma più tranquilla, più lenta e paesaggisticamente davvero magnifica proprio alle porte della città. È la via Appia Antica, che dalle Mura Aureliane – Porta San Sebastiano per essere precisi – usciva anticamente dall’Urbe in direzione di Brindisi.
Oggi la via Appia, lungo tutto il suo percorso, è diventata Patrimonio dell’UNESCO. Io oggi però percorro solo una piccola porzione del suo tracciato: il III e il IV miglio.
Una passeggiata sull’Appia: il Mausoleo di Cecilia Metella al III Miglio
Innanzitutto va detto che lungo l’Appia sin dall’età romana si dislocano alcuni complessi residenziali e monumenti funerari che hanno fatto nei secoli la fortuna letteraria e paesaggistica di questo posto. La via Appia era infatti già molto apprezzata dai viaggiatori del Grand Tour, tra il Settecento e l’Ottocento, che amavano proprio la commistione molto romantica tra le rovine delle vestigia del passato e il paesaggio agrario, fatto di greggi di pecore e capre che brucavano (e brucano tuttora) l’erba tra un basolo e l’altro dell’antica via consolare.
Il primo monumento che incontriamo, al III miglio dell’Appia, è il Mausoleo di Cecilia Metella che, nel basso medioevo, fu fortificato prendendo nome di Castrum Caetani.
Il Mausoleo di Cecilia Metella si presenta come un enorme cilindro bianco in travertino. Si tratta di uno dei monumenti funerari più antichi e meglio conservati di tutta Roma: nella struttura ricorda, anche se in forme più ridotte, il mausoleo di Augusto e quello di Adriano (trasformato poi in Castel Sant’Angelo) in Roma. Eppure Cecilia Metella non è un’imperatrice, anzi, muore qualche decennio prima che Augusto diventi imperatore, ma appartiene a una famiglia senatoriale importante della Roma della tarda Repubblica, quella dei Metelli. Il suo monumento funerario celebra quindi la famiglia di cui lei è parte.
Il Mausoleo di Cecilia Metella resiste alla rovina del tempo che tutto distrugge, nasconde e divora: la sua particolare struttura a torre fa sì che esso nel Basso Medioevo venga inglobato nella costruzione di un castello all’interno di una tenuta che viene cinta di mura: è il Castrum Caetani, voluto da papa Bonifacio VIII. I resti del Castello, così come della piccola chiesa di San Nicola, però, sono rimasti in piedi a imperitura memoria di un piccolo capitolo della storia di questo fazzoletto di territorio. Oggi il Mausoleo di Cecilia Metella è aperto al pubblico, visitabile anche in realtà immersiva, grazie alla possibilità di fruizione mediante oculus che consente di tornare letteralmente indietro nel tempo, al medioevo, quando il Castrum Caetani fu eretto: un’interessantissima opportunità di immergersi nel passato riuscendo a capire come doveva presentarsi il monumento all’epoca. Esperienza da non perdere.
Una passeggiata lungo l’Appia: tra il III e il IV Miglio
Superato il Mausoleo di Cecilia Metella – Castrum Caetani, l’Appia costeggia casali moderni e l’Area archeologica di Capo di Bove, dove si può vedere un impianto termale di II secolo d.C. connesso probabilmente ai possedimenti di Erode Attico nella zona.
Da qui in avanti, però, la passeggiata diventa principalmente una piacevolissima camminata immersi nel verde e nella quiete di una strada che non è percorsa da automobili, ma soltanto a piedi, a cavallo o – per ciclisti abili, però – in bicicletta. Lungo la via ora su un lato, ora sull’altro, si dispongono monumenti funerari più o meno ben conservati: era abitudine presso i Romani che le necropoli si dislocassero fuori dalle città, lungo le principali vie di comunicazione. Ora, sull’Appia non abbiamo una necropoli vera e propria, quanto una serie di monumenti funerari che in momenti diversi lungo la storia della strada, furono eretti per celebrare un dato defunto o una data famiglia. Lo scopo era infatti farsi notare dai viandanti, arricchendo il proprio monumento funerario con iscrizioni che indicassero il nome del proprietario e possibilmente ciò che aveva fatto in vita.
La passeggiata tra il III e il IV Miglio dell’Appia diventa così l’occasione per soffermarsi su questi monumenti, ormai in gran parte ridotti a ruderi, ma pur sempre affascinanti, e provare a immaginare i volti e le storie dietro coloro che qui decisero di farsi seppellire.
Una passeggiata sull’Appia: quando e come farla
La primavera e l’autunno sono le stagioni ideali per una passeggiata sull’Appia che sia anche più lunga dei soli III e IV Miglio e che voglia approfondire anche altri monumenti che si affacciano sulla strada: ad esempio la Villa di Massenzio al II Miglio e la Villa dei Quintili al V Miglio. Siccome la via basolata che rimonta a più di duemila anni fa è alquanto dissestata, non è possibile percorrerla in automobile, e sarebbe un vero peccato del resto. Questa è una passeggiata che bisogna fare lentamente, passo dopo passo, senza fretta. L’ideale è partire fin dal mattino e lasciarsi trasportare dai propri piedi e dalla propria curiosità. Conviene portarsi pranzo al sacco e acqua perché con l’eccezione di due ristoranti di fronte a Cecilia Metella non vi sono altri punti ristoro lungo la via. Inoltre, la strada non è illuminata, per cui conviene calcolare bene i tempi per non rischiare che, dopo il tramonto, ci sorprenda l’oscurità.