La Lanterna è uno dei simboli di Genova ed è anche un faro perfettamente funzionante con una lunga storia di assedi, re prigionieri e progressi tecnologici. Situata a poca distanza dal centro città, nell’area di Sanpierdarena, racconta lo sviluppo marittimo del capoluogo ligure dai tempi di Cristoforo Colombo.
La prima vita della Lanterna di Genova
Il faro della Lanterna è una torre storica che, così come la conosciamo ora, esiste dal Cinquecento. Tuttavia la base originale è ancora più antica, come è emerso da ricerche storiche. Già nel 1128 sulla stessa area sorgeva una torre da cui si controllava l’arrivo di imbarcazioni sospette e si segnalava l’ingresso del porto.
Il complesso monumentale della Lanterna è oggi visitabile, tranne nella parte di faro utilizzata dalla Marina Militare per la navigazione. Per maggiori informazioni su biglietti e come arrivare leggi l’articolo sulla visita alla Lanterna di Genova. Di seguito invece puoi scoprire le curiosità storiche e architettoniche di questo antico monumento.
Un faro a olio di oliva
La prima versione del faro di Genova non aveva una lampada. Il faro era un semplice braciere su una terrazza su cui venivano bruciate delle fascine per fare luce. Solo nel 1326 fu installata la prima lanterna vera e propria, alimentata a olio d’oliva. Già all’epoca, prima dell’invenzione della lente di Fresnel, la luce della lampada a olio era concentrata in un fascio attraverso cristalli trasparenti prodotti dai migliori maestri vetrai liguri e veneziani, sebbene con risultati più limitati.
La Lanterna di Genova usata come prigione
Nel Quattrocento i genovesi utilizzarono la torre della Lanterna come prigione per il re di Cipro Giacomo (o Jacopo) di Lusignano, sua moglie Eloisa e tutta la loro corte che rimasero in ostaggio per cinque (o dieci) anni. Le fonti sono abbastanza vaghe, ma pare certo che durante la prigionia alla coppia nacque il figlio Giano.
Gli assedi francesi del Cinquecento
Tra le sue vicissitudini storiche, Genova subì un periodo di dominazione francese nel Cinquecento durante il quale il re francese Luigi XII fece costruire una lunga fortificazione intorno alla città per isolarla dalle montagne e difenderla dal mare, oltre al Forte Briglia ai piedi della Lanterna. Questo forte serviva per ospitare le sue truppe. Qualche anno dopo venne usato anche come base per assediare Genova.
I genovesi riuscirono comunque a ribellarsi dall’invasione francese grazie al comando di Andrea Doria. Tuttavia durante una la battaglia del 1513 i genovesi abbatterono un pezzo di Lanterna, oltre al Forte Briglia che era il loro obiettivo militare.
La ricostruzione della Lanterna
Il faro venne ricostruito con il suo aspetto attuale una trentina di anni dopo, sostituendo le merlature di gusto medievale con una moderna decorazione rinascimentale. Per questo motivo gli studiosi stanno oggi ancora discutendo se datare la Lanterna al 1128 in base alle prime fonti oppure mantenere la datazione convenzionale della seconda ricostruzione del 1543.
La nuova Lanterna fu realizzata in doghe di legno di rovere e ricoperta da fogli di rame e piombo, fissati da ben seicento chiodi di rame. Il numero di chiodi utilizzato è riportato da diverse fonti con molto orgoglio, insieme ad altri dettagli architettonici.
All’epoca della sua ricostruzione la torre della Lanterna aveva un’ampia vetrata realizzata da mastri vetrai liguri e veneziani, con vetri di notevole spessore e peso. I vetri si spaccavano o esplodevano abbastanza spesso a causa del vento o della caduta di fulmini. Il compito dei fanalisti custodi che vivevano alla Lanterna con la famiglia era principalmente quello di pulire i vetri per far apparire nitida e brillante la luce della lampada ai naviganti.
Solo una ventina di anni dopo, nel 1565 la cupola della Lanterna subì una modifica per renderla stagna. Venne poi rifatta completamente nel 1681 in legno di castagno, isolata con pece e stoppa, e ricoperta di fogli di piombo con i bordi sovrapposti.
I ritorno dei francesi e nuovi bombardamenti
I rapporti della Repubblica di Genova con la Francia non furono mai particolarmente pacifici. Nel 1684 re Luigi XIV fece bombardare Genova e centrò in pieno una vetrata della Lanterna, ricostruita provvisoriamente e modificata nel 1692 con l’aggiunta di nuovi vetri per renderla più resistente alle cannonate.
Ristrutturazioni e rinforzi strutturali della Lanterna
Da allora la Lanterna sopravvisse alle successive battaglie del 1746 dopo la rivolta di Portoria e ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tuttavia, ciò che più di tutto causava danneggiamenti alla struttura del faro, non erano le periodiche scaramucce con i francesi bensì i fulmini.
Nel 1771 la Lanterna di Genova fu incatenata con le chiavarde e i tiranti. Puoi vederli chiaramente all’interno delle scale durante la visita. Questa modifica rese la torre solida e flessibile allo stesso tempo. Un’altra modifica importante fu l’aggiunta di un parafulmine nel 1778 per difendere la struttura dai fulmini.
La Lanterna di Genova come moderno faro di navigazione
L’introduzione dei moderni sistemi ottici e i nuovi combustibili fece fare alla Lanterna di Genova un importante salto tecnologico. Nel 1840 venne installata la prima ottica rotante, ovvero una lampada che ruota su se stessa, con una lente di Fresnel per raccogliere e distribuire la luce.
La nuova luce della Lanterna aveva un diametro di quattro metri ed era visibile fino a venti miglia nautiche che corrispondono quasi quaranta chilometri. Questa implementazione salvò il faro di Genova dal declassamento come faro di navigazione.
Le ultime implementazioni tecnologiche
Dalla fine dell’Ottocento si susseguirono in fretta numerosi cambiamenti, prima con il passaggio al gas di acetilene come combustibile e successivamente al petrolio pressurizzato, fino a elettrificare la Lanterna nel 1936. La lampada vera e propria fu cambiata nel 1956 perché danneggiata dai bombardamenti dell’aviazione statunitense e britannica nella Seconda guerra mondiale. In quell’occasione venne sostituita completamente anche l’ottica rotante con i suoi meccanismi di movimentazione.
Durante quest’ultima ristrutturazione venne ritinteggiato lo stemma della Repubblica Marinara sulla torre che oggi caratterizza più di tutto la Lanterna. Seguì anche l’aggiunta di un impianto elettrico di emergenza e dell’ascensore riservato alla Marina Militare.
Curiosità sulla Lanterna di Genova
La Lanterna di Genova è circondata da numerose leggende popolari e curiosità. Una storia senza fonte certa racconta che il primo progettista della Lanterna sia stato buttato giù dalla cima per impedirgli di progettare un faro simile. Un’altra versione che specula sulla tirchieria dei genovesi attribuisce invece il motivo al risparmio che avrebbe avuto la città nel non doverlo retribuire a fine lavori.
Sempre relativa all’architettura, salendo nella torre dalle scale interne puoi vedere dei ferri che si uniscono in delle specie di ganci. Sono le catene aggiunte nel 1771 che servono per rendere la torre flessibile anche se costruita in pietra. Questo tipo di struttura ha anticipato il metodo costruttivo dei moderni grattacieli, alti ma flessibili.
In passato sui muri della Lanterna venivano anche dipinte delle invocazioni ai santi per evitare che venisse colpita dai fulmini. Un’ultima curiosità, verificabile dai registri del faro, è che tra i custodi della Lanterna nel 1449 ci fu Antonio Colombo, uno zio del famoso navigatore genovese Cristoforo Colombo.
Se ti ha incuriosito scoprire quante epoche ha attraversato la Lanterna di Genova, aggiungila alle attrazioni da vedere nel capoluogo ligure.
13 commenti
Dall’olio di oliva al gas di acetilene fino alla corrente elettrica! Incredibile anche la storia dei combustibili della Lanterna di Genova! Comunque i progettisti antichi facevano spesso brutte fini!
Non conoscevo la storia della Lanterna. A quanto pare è una vicenda di distruzione e rinascita, come nel caso di molti altri monumenti italiani. Veramente un affascinate viaggio nella storia!… Se non fosse per il povero architetto, la storia dei genovesi tirchi che ricorrono a qualsiasi stratagemma pur di risparmiare sarebbe divertente!
Ahahahah la leggenda dell’architetto è veramente nello stile genovese 🙂
Che piacere leggere della lanterna di Genova. Mia suocera è genovese e quindi conosco molto bene storie e tradizioni locali di questa straordinaria città marinara. ben vengano articoli come questi che focalizzano l’attenzione su un monumento in particolare.
Mi vergogno quasi a dirlo ma non sono ancora stata a Genova. Sicuramente la Lanterna mi piacerebbe visitarla, dato che è il simbolo della città (tra l’altro il costo è decisamente abbordabile, credo valga assolutamente la pena inserirla in un itinerario di viaggio).
Un passato travagliato per il simbolo che tutti i genovesi sentono come loro! Non sapevo del fatto che un tempo andasse ad olio d’oliva, davvero eccezionale come curiosità!
Ho visto Genova in passato ma non ho mai visitato la Lanterna, mea culpa. Leggendo l’articolo mi è venuta voglia di colmare questa mancanza. Interessanti i cenni storici, affascinati le curiosità, soprattutto quelle sul costruttore, che come tanti suoi colleghi si dice siano stati impossibilitati a replicare le loro meraviglie. Anche se in questo caso propendo nel credere che sia stato per non pagare il conto, sono Genovesi!
Non conoscevo la storia della Lanterna di Genova e devo dire che è molto affascinante e sicuramente quando andrò in questa città la inserirò nel mio itinerario. Non posso credere che i genovesi abbiamo addirittura ucciso il costruttore per non pagarlo propendo più per una caduta accidentale.
Ahahah i genovesi qui al nord sono famosi per essere particolarmente tirchi, da cui la leggenda. Tuttavia non conosco genovesi doc quindi non posso confermare!
Sono dei miti questi genovesi, quindi il detto che sono di braccino corto sembra proprio vero, non conoscevo la storia della lanterna, mi è piaciuto leggerla
Ahahah pare proprio di sì, poveri genovesi che brutta fama 🙂
Sono stata a Genova tanti anni fa ormai, forse sarebbe il momento per ritornare. La storia della lanterna non la conoscevo, grazie per tutte queste informazioni
Devi assolutamente tornare, secondo me Genova è una di quelle città che riservano sorprese a ogni visita!