L’emergenza coronavirus si è abbattuta sul mondo dei viaggi e del turismo come un vero e proprio tsunami: la crisi successiva agli attacchi terroristici dell’11 settembre non è stata niente a confronto. Come per tutti gli tsunami, anche questo evento modificherà inevitabilmente il modo di viaggiare, tuttavia proprio dalle crisi possono nascere nuove opportunità. In questo articolo proveremo a indicare qualche ipotesi, anche alla luce delle attuali dichiarazioni delle principali aziende del settore turistico seguite dai consulenti di viaggio e travel designer.
Riscoperta dell’Italia, prossimità e sicurezza
È abbastanza scontato che la ripresa dei viaggi partirà dall’Italia, per varie ragioni. Innanzitutto non sappiamo ancora come evolverà la situazione dei contagi negli altri Paesi e le conseguenti restrizioni agli ingressi. Le compagnie aeree in questo momento sono inoltre quasi del tutto ferme, soprattutto in Europa, e si pensa che fino a maggio compreso non sarà facile ripartire.
I primi viaggi dopo l’emergenza COVID-19 saranno probabilmente caratterizzati da spostamenti con treno e con mezzi propri: sia per ragioni di sicurezza percepita, sia perché i viaggiatori vorranno essere nelle condizioni di rientrare a casa in autonomia e velocemente in caso di necessità. Le notizie legate alle difficoltà di rimpatrio per gli italiani all’estero hanno infatti avuto un forte impatto, e sicuramente le compagnie aeree dovranno lavorare e ripensare le modalità operative per garantire il distanziamento sociale.
Una recente ricerca di Confturismo – Confcommercio, realizzata in collaborazione con Swg, ha rilevato che gli Italiani vorrebbero riprendere a viaggiare, non appena sarà consentito (circa la metà degli intervistati), ma l’83% di essi rimarranno in Italia: il mare è tra le destinazioni più ricercate. Se guardiamo alla Cina, il primo Paese a tirare un sospiro di sollievo grazie alle misure di contenimento, possiamo vedere come la gente abbia voglia di svago e di spostamenti, al punto che di recente alcune attrazioni turistiche, come le Montagne Gialle, sono state prese di assalto (e prontamente richiuse).
Allo stesso modo, quando ripartiranno i viaggi all’estero, a meno che non si scopra il vaccino, le scelte ricadranno su mete che possano garantire un buon sistema sanitario: la paura di contrarre una polmonite in un Paese con ospedali non attrezzati è sicuramente un deterrente importante.
Nicchie e tendenze, tra turismo di lusso e riscoperta della natura
Mentre le task force di esperti stanno cercando di capire come affrontare la cosiddetta “fase 2” e conciliare il distanziamento sociale con la graduale “riapertura” del mondo, gli addetti ai lavori parlano di un ritorno al turismo “anni Cinquanta”.
Sicuramente il primo settore a ripartire sarà quello dei viaggi di lusso e dei turisti con alto potenziale di spesa, sicuramente meno toccati dalla crisi economica successiva a quella sanitaria. Le regole relative all’obbligo di evitare assembramenti vanno nella direzione di un turismo più esclusivo: gli stabilimenti balneari in Liguria, per fare un esempio, con i lettini a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altro potrebbero diventare un pallido ricordo. Sicuramente a qualcuno questo non dispiacerà, anche se dall’altro lato questo avrà un impatto sugli introiti per gli operatori del settore.
C’è da aspettarsi una riscoperta per borghi minori e mete in cui la natura sia la protagonista, magari con soluzioni di tendenza come il glamping o con il ritorno al campeggio per le famiglie che vogliono contenere i costi. Le grandi città saranno invece in concorrenza tra loro per attrarre i visitatori e non potranno più puntare sulla proposta di grandi eventi o mostre, ma dovranno ripensare la loro offerta e puntare soprattutto su un’immagine di sicurezza.
Allo stesso modo, fuori dall’Italia, le prime mete ad attrarre i turisti potrebbero essere le isole o i Paesi del Nord, dove il virus ha colpito meno e dove l’urbanizzazione e la densità abitativa è meno consistente.
La fine del turismo di massa?
Gli scenari ipotizzati sembrano quindi andare nella direzione di un turismo meno di massa. Non a caso, i simboli del turismo di massa come le crociere e le compagnie aeree low cost, che negli anni passati hanno contribuito a rendere accessibile il viaggio anche a chi non era solito muoversi all’estero, saranno i soggetti più colpiti e dovranno sicuramente rivedere il loro sistema di pricing. In questa nuova epoca di distanziamento sociale non sarà infatti più possibile basare il proprio modello di business sul riempimento degli aerei o delle navi.
Il ripensamento del settore, reso obbligatorio dal virus, metterà però le aziende di fronte a una parola che è stata spesso ignorata: sostenibilità. Prima dell’emergenza del coronavirus, uno dei nostri problemi era come tutelare una città come Venezia, che stava ormai affondando sotto il peso dell’affluenza turistica.
La sfida per la sopravvivenza del turismo sarà conciliare accessibilità, innovazione e sostenibilità.
28 commenti
Riflessioni interessantissime… Negli ultimi tempi mi sono spesso chiesta cosa farò io in questo senso… Diciamo che la voglia di andare all’estero è tanta, ma nel breve periodo comunque penso che mi limiterò a brevi we (di una sola notte) , in montagna ed in tenda… Poi, sono fiduciosa, e voglio credere che presto avremo a disposizione un vaccino e quindi almeno per certi versi potremo tornare a viaggiare come prima…
Io ho molto timore di quel che ci sarà dopo tutta questa situazione. Io ho bisogno di viaggiare all’estero, e la sola idea che per molto tempo sarà particolarmente costoso e complicato mi spaventa molto.
Sicuramente sarà un modo di viaggiare molto diverso da quello a cui eravamo abituati, ma credo che ciò possa avere anche molti effetti positivi! Come la riscoperta delle meraviglie del nostro bel paese e della natura che ci circonda. Da amante della montagna, sicuramente io cercherò le nostre alture!
Sono sincera, non riesco ad immaginarmi come sarà viaggiare post covid. Sarà tutto diverso, noi saremo diversi, anche se un po’ fa paura non vedo l’ora di scoprirlo.
È molto difficile ipotizzare gli scenari futuri, sicuramente oltre alle mete, almeno inizialmente, cambierà anche l’approccio. Cerco di mantenere l’ottimismo perché nonostante tutto la voglia di scoprire il mondo per me è sempre la stessa!
Ho fatto parte della ricerca della Swg e a quanto pare sono in quell’83%. Finalmente si parla di sostenibilità ad ampio raggio e non più come una nicchia di persone che (per molti ve lo assicuro) sono considerati viaggiatori sfogati.
Interessante post… in effetti c’è da rifletterci come operatori del settore e come turisti…
Spero xche sia così. Spero nella sostenibilità, nella diminuzione delle persone in determinati periodi dell’anno, nel ritorno all’Italia, senza per questo snobbare l’estero. Non ci tocca che aspettare e toccare con mano quel che accadrà.
Molto interessanti queste riflessioni soprattutto quelle sul turismo di massa delle compagnie low cost. E’ vero che hanno reso il viaggio accessibile a molte più persone ma hanno anche ridotto i viaggiatori a poco più che pacchi da spostare facendo pagare anche il più piccolo extra. Sinceramente mi chiedevo da un pò se il risparmio sul costo del biglietto valeva il trattamento rude che ci veniva riservato, gli orari impossibili dei voli,le zone peggiori degli aeroporti, le file . Molte cose sono da ripensare, sono d’accordo
Ci stiamo chiedendo tutti cosa succederà questa estate e possiamo solo aspettare per scoprirlo! Comunque forse la diminuzione del turismo di massa sarà uno degli aspetti positivi di tutto questo!
Sarà interessante vedere quello che succederà nei prossimi mesi ed anni. Sicuramente alcuni paesi torneranno ad essere meno accessibili, anche da un punto di vista economico.
Da un lato vorrei partire domani, andare all’estero, vedere quei posti che avrei dovuto vedere in questi mesi e pianificare nuove partenze. Dall’altro però ho anche un po’ di paura e forse preferirei rimanere “più vicino a casa”. E poi data la crisi che sta attraverso il settore nel nostro paese, penso che dovrei concentrarmi sui posti da vedere nei dintorni.
Sicuramente la diminuzione del turismo di massa, almeno per un po’, sarà un’ottima cosa!
Ricominceremo dalla natura! Ne sono sicura! E io ne approfitterò, da amante di parchi e bellezze nascoste quale sono! In più il verde garantisce quasi sempre isolamento e sicuramente distanza, cosa che la maggior parte delle persone sono sicura ricercherà.
Post molto interessante. Anch’io penso che sarà un turismo, almeno all’inizio, molto diverso. Ho fatto un sondaggio tra i lettori del mio blog e ho percepito chiaramente il loro interesse verso le escursioni in mezzo alla natura e i borghi. Ho paura che quando si potrà viaggiare all’estero i biglietti aerei per forza di cose costeranno molto di più e questo potrebbe frenare le partenze per chi non si può permettere viaggi costosi.
Noi stiamo valutando di comprare un camper proprio per poter viaggiare in Italia in libertà, aspettando che aprano le frontiere europee. Così potremmo essere totalmente autonomi, sia in fatto di cibo che di servizi.
Le tendenze le potremo vedere e valutare solo al termine dell’emergenza sanitaria. La cosa più difficile in questo momento è prevedere se la gente avrà il coraggio di andare nelle località di villeggiatura in luoghi diversi da quelli dove si trovano le seconde case…
Che dire, probabilmente sarà difficile tornare ad un turismo “di vecchia concezione”: e meno male! Era ben chiaro che il turismo di massa dovesse avere i giorni contati, un po’ per tutto l’impatto che questo ha e ha avuto e un po’ perchè, finalmente, si sta sviluppando una coscienza più ambientalista e attenta al riciclo e all’impatto. Dunque credo che la prima nicchia ad avere più successo sarà il turismo lento e lowcost, meglio se vicinissimo a casa, in modo da far riscoprire agli italiani il “sapore di una volta” dei luoghi del cuore. Per quanto riguarda l’estero è difficile dire che cosa accadrà.
In questo momento non è semplice immaginare il futuro di noi viaggiatori; certo è che l’Italia potrebbe uscire vincente da questo periodo perché l’offerta turistica è varia e perché, si sa, noi italiani siamo bravi a reinventarci. Se il turismo di domani sarà più sostenibile e più responsabile (intesa come responsabilità sociale ed ambientale), qualcosa di buono questo dannato virus ce lo avrà lasciato.
Secondo me si sceglieranno quei posti non affollati dove si potrà stare un po’ più liberi e non in coda, luoghi naturalistici e preferibilmente poco frequentati
Non saprei davvero cosa pensare della ripresa del turismo nel nostro paese. Lavorando in questo campo spero sia veloce e che ci faccia ripartire presto in totale tranquillità ma so che non sarà così. Questo periodo storico ci ha “marchiato” e, anche se la riapertura dei confini è vicina, non so quanti paesi ci accetteranno subito. Io sono realista ma continuo a pensare positivo e non vedo l’ora di poter vagare per un po’ in Italia, in attesa di partire per mete più lontane, sempre nel rispetto delle norme e del prossimo.
Sono sempre molto ottimista e credo che non tutte le pandemie vengano per nuocere. Sarà un’estate diversa, ma non credo sarà inutile. Scopriremo nuovi modi di viaggiare, magari riscoprendo che orgogliosamente viviamo in uno dei paesi più belli del mondo.
Indubbiamente molte persone preferiranno muoversi nella propria regione o in quelle limitrofe. Ad una distanza contenuta da casa. E non è un male che si cominci a pensare ad un tipo di turismo lento e consapevole.
La scoperta di come evolverà il nuovo modo di viaggiare sarà essa stessa un viaggio. Sicuramente per i prossimi mesi la nostra bellissima Italia sarà meta prediletta, per tutti gli altri paesi aspetterò l’evolversi degli eventi. Di sicuro anche il turismo stava diventando troppo in-sostenibile, forse ci sarà una svolta più consapevole del viaggio.
Questa è davvero una grande incognita. Purtroppo allo stato attuale è ancora difficile fare previsioni ma ci auguriamo tutti che il turismo riprenda presto, specie in Italia. Abbiamo così tanto da offrire!
Sicuramente il mondo del turismo sarà costretto a un ridimensionamento, cosa non per forza negativa. Ultimamente in alcuni luoghi non si riusciva nemmeno più a godersi appieno il contesto a causa del sovraffollamento e di questa pratica turistica del “mordi e fuggi”. Sono curiosa di scoprire come si evolverà la cosa!
Sono convinta che sarà l’anno dell’Italia, anche perchè potremo finalmente coderci le nostre città senza folle di turisti a invadere le strade. Certo, questo per il nostro turismo sarà un anno molto difficile. Proprio per questo dovremo essere noi a dare una mano al nostro paese.
Sinceramente quello che non sopporto della pandemia (a parte mille altre cose) è questo clima di incertezza, il non sapere quando e come si potrà viaggiare; spero che questa fase passi presto!
Ottime riflessioni. Secondo me un turismo meno di massa non può che far bene, sopravviverà chi saprà ripensarsi. Negli ultimi anni avevo l’impressione che l’omologazione turistica fosse ormai davvero grande. Viviamola come un’opportunità!